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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2013 alle ore 16:25.

Kyenge, l'attacco di Salvini: aboliamo il ministero con un referendum. La replica: soldi utili per l'integrazione

Nuova sferzata della Lega Nord al ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge. Con un intervento sul suo profilo Facebook, il vice-segretario del partito bolla il dicastero presieduto dalla Kyenge come «un ente inutile, costoso, una fabbrica dell'ipocrisia». E lancia la provocazione: abolirlo. «Secondo voi - chiede Salvini - la Lega trova 500mila cittadini pronti a firmare un referendum che abolisca questo ministero?». I primi commenti sono positivi, tra l'ironia di alcuni utenti che replicano a Salvini di «abolire la Lega».

Si riapre la polemica, dopo la tregua che sembrava essersi inaugurata con le scuse ufficiali del primo cittadino di Verona Flavio Tosi. Già a maggio, quando un immigrato ghanese aveva ucciso a picconate tre passanti, Salvini aveva accusato di «istigazione a delinquere» il ministro: «I clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate: Cecile Kyenge rischia di istigare alla violenza nel momento in cui dice che la clandestinità non è reato, istiga a delinquere».

La diretta interessata ha risposto, invitando Salvini a mettere i soldi che «spenderebbe per il referendum» a disposizione del ministero. A vantaggio dell'integrazione di tutti i cittadini: «Sicuramente in un momento come questo i soldi spesi per un referendum per cancellare il mio ministero servirebbero allo stesso ministero per un piano perfetto d'integrazione, non solo per gli stranieri» ha dichiarato.

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