Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2013 alle ore 06:37.

My24

Quel filo rosso con la mafia russa il capo della polizia Pansa se lo ricorda bene. Nel Golf hotel di Madonna di Campiglio, sequestrato ieri insieme ad altri tre grandi alberghi riconducibili ai Ligresti, era stato arrestato il boss Jouri Essine.

L'operazione di polizia che ebbe luogo nei locali del prestigioso e storico hotel trentino risale al marzo del 1997, venne battezzata "scacco matto" e fu eseguita su suo ordine quando, all'epoca era direttore dello Sco, il servizio centrale operativo della Polizia. Si trattò di una delle prime operazioni contro la mafia russa e sui primi rapporti che questa aveva con i boiardi delle aziende italiane più o meno di Stato. Il bersaglio principale dell'operazione congiunta Sco Squadra mobile di Trento, era un boss dei boss del crimine organizzato russo: Jouri Essine, un esercito di novemila uomini ai propri ordini in patria e interessi concentrati in vari settori (dall'alta tecnologia, al food, per finire con gli idrocarburi). Gli uomini di Pansa giunsero a travestirsi da camerieri e a filmare e controllare da vicino, nella grande sala da pranzo circolare del lussuoso hotel, la pattuglia dei russi che avevano riservato per sé tutto il terzo piano dell'albergo. L'operazione si chiuse con un'irruzione notturna che portò in carcere tredici persone tra le quali Essine. Tra i business che stavano maturando durante quella lussuosa settimana bianca c'era anche un affare da 140 milioni (di dollari) che stava prendendo forma tra gli uomini di Essine e l'Agip. E tra i personaggi italiani finiti nel mirino degli uomini di Pansa, in quella stessa operazione, spiccava l'ex vicepresidente dell'Eni, Alberto Grotti che risultò avere intensi rapporti con l'entourage dell'uomo d'affari russo. Coincidenza vuole che Grotti fosse anche uno dei maggiori imputati nel processo Eni-Sai che portò Salvatore Ligresti a essere indagato e poi condannato in quella che fu una delle vicende chiave di Tangentopoli, ragione per la quale non poté più ricoprire ruoli operativi nei gruppi di sua proprietà cedendo alle figlie lo scettro esecutivo aziendale. La vicenda risale al 1994-96, e si riferisce alle tangenti da 17 miliardi che la Sai, all'epoca non ancora FonSai, versò all'Eni per una gigantesca operazione di polizze assicurative destinate ai dipendenti Eni. Come un ideale cerchio che si è chiuso ieri con il sequestro del Golf Hotel di Madonna di Campiglio e della sua circolare sala da pranzo.
St.E.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi