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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2013 alle ore 09:43.

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Il presidente francese François Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno chiesto una riunione urgente dei ministri degli Esteri dell'Unione europea per mettere a punto una strategia comune sul dossier Egitto. Il vertice, nelle intenzioni di Berlino e Parigi, dovrebbe tenersi già all'inizio della prossima settimana.
L'appello, ribadito anche dal premier italiano Enrico Letta, è stato prontamente accolto e rilanciato dal capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, che ha esortato gli Stati membri della Ue a prendere «misure appropriate» per affrontare la crisi. «Sono in costante contatto con i ministri degli Esteri dell'Unione - ha fatto sapere la Ashton in una nota - e ho chiesto ai rappresentanti degli Stati membri di discutere e coordinare le azioni appropriate da intraprendere in risposta alla situazione in Egitto». Un primo momento di confronto ci sarà già lunedì, quando gli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza dei 28 Paesi dell'Unione si riuniranno a Bruxelles, come riporta in un Twitter l'ufficio della Ashton. Il ministro degli Esteri Ue ha preso anche posizione tra le parti in conflitto e ha accusato in una nota il Governo ad interim, che, assieme «alla più ampia leadership politica nel Paese» ha «la responsbailità per la tragedia in corso».

Hollande e Merkel si sono consultati ieri al telefono e hanno chiesto la fine immediata delle violenze. In una nota diffusa dall'Eliseo, i due leader hanno invocato il «ritorno al dialogo democratico» in Egitto», dove si deve «ritrovare al più presto la via della vita democratica».
Le linee rosse delle cancellerie europee sono rimaste impegnate tutto il giorno, tra Parigi, Berlino, Roma e Londra. Oltre ad aver parlato con la Merkel, Hollande ha avuto colloqui telefonici con il premier italiano, Enrico Letta, e poi con quello britannico, David Cameron.

Il coro è unanime: «È impellente e necessario un rinnovato e forte impegno da parte dell'Unione europea, attraverso un'azione coesa dei ministri degli Esteri, volta ad individuare le possibili misure da adottare per indurre le parti a cessare ogni violenza». Così Letta – che sta seguendo «con la massima attenzione e con vivissima preoccupazione» gli sviluppi della situazione – si è espresso al termine della consultazione con il capo di Stato francese. «È necessaria subito un'iniziativa Ue per l'immediata cessazione di ogni repressione e violenza» ha twittato ancora il primo ministro subito dopo la telefonata.

«Francia e Italia – ha poi riferito Letta – convengono sul fatto che la crisi abbia ormai passato il limite, e che il livello di violenza e di repressione sia divenuto inaccettabile e deve, pertanto, cessare». Inoltre, ha aggiunto il premier italiano, «occorre assicurare urgentemente il rispetto dei diritti umani e la ripresa del dialogo fra le parti».

La Germania si prepara già a spingersi oltre e fa sapere che «riesaminerà le sue relazioni con l'Egitto», come ha annunciato la Merkel. Berlino non ha però ancora deciso azioni concrete. In un'intervista rilasciata per l'edizione domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung (e anticipata ieri dalle agenzie), il cancelliere ha affermato: «Noi possiamo aiutare i Paesi della regione, ma il percorso corretto può essere trovato solo dalle loro società».

Alcuni Stati europei stanno considerando sanzioni contro l'Egitto. La Danimarca, per esempio, ha deciso di sospendere due progetti di sostegno bilaterale, finalizzati alla creazione di posti di lavoro e del valore di 4 miliardi di euro l'anno.
Tutti i Governi europei hanno poi raccomandato ai loro concittadini di non partire per l'Egitto e a chi si trova nei villaggi turistici, di non allontanarsene. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, non ha addirittura escluso l'evacuazione dei connazionali nel caso di un peggioramento della situazione. (R.Es.)

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