Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2013 alle ore 12:54.

My24
Il leader dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie, fotografato appena dopo l'arresto (Reuters)Il leader dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie, fotografato appena dopo l'arresto (Reuters)

Il Consiglio della Shura, il comitato centrale del movimento, e l'Ufficio della Guida, il suo politburo, scelsero quattro anni fa Mohamed Badie come "Guida Generale" con uno scopo: far tornare i Fratelli musulmani alla loro origine religiosa e sociale. Stavano per vincere le elezioni del 2005, le prime abbastanza trasparenti, quando, per evitarlo, Mubarak aveva ordinato di manomettere il voto e di perseguitare di nuovo il movimento. Non aveva senso continuare a fare politica, conclusero i fratelli.
La fratellanza cambiò leadership, furono mandati via i membri con esperienza politica e i più aperti come Abdel Moneim Abu al-Futuh, il presidente del sindacato dei medici. E come guida si scelse Badie, personaggio oscuro e grigio, religiosamente fondamentalista e senza alcuna esperienza politica. Il movimento tornava a promuovere l'Islam, ad occuparsi dei suoi ospedali e delle sue scuole nei villaggi e nei quartieri poveri del Cairo.
Poi, il 25 gennaio 2011 scoppiò la rivolta di piazza Tahrir e il movimento scoprì di non essere preparato a una novità così inaspettata.

La fratellanza non amava i mutamenti, ancor meno le rivoluzioni. Impiegò diversi giorni prima di unirsi ai giovani: culturalmente erano ai loro antipodi. Ma quando scesero in piazza Tahrir, la loro massa, gli attivisti più muscolosi e la loro capacità organizzativa salvarono la rivolta. Ad un certo punto ne presero la leadership ma sempre con atteggiamento ostile verso le potenzialità delle piazze: per loro non era un'opportunità democratica ma l'occasione per islamizzare ancora di più l'Egitto; non era una rivoluzione ma la possibilità per affermare un'economia di mercato. Nella sua leadership e nei suoi quadri la Fratellanza musulmana è un movimento borghese: di medici, ingeneri, avvocati, insegnanti, piccoli imprenditori privati, tradizionalmente opposti e vittime dello storico capitalismo di Stato e dei giganteschi conglomerati industriali pubblici egiziani.
Durante la fase rivoluzionaria, nel periodo del discusso governo di transizione del generale Tantawi e poi con le elezioni presidenziali, Badie è sempre stato il punto di riferimento di ogni decisione politica, sebbene fosse inadeguato a capire la realtà. La Fratellanza vinceva per la massa critica che sapeva muovere. Per evitare la generale paura di una islamizzazione dell'Egitto, i fratelli promettevano che non si sarebbero candidati per più della metà dei seggi parlamentari; che non avrebbero corso alle presidenziali; che una volta invece candidato Morsi e vinto, avrebbero scelto un vicepresidente laico e uno donna; che avrebbero aperto il governo alle opposizioni con una percentuale di ministri cristiani e di donne; che avrebbero scritto una Costituzione non islamica.

Non è stata mantenuta nessuna delle numerose promesse. Dietro ogni cambiamento c'era Badie, dietro tutte le garanzie spezzate di inclusione politica dei non islamisti, c'era lui. Badie aveva intravisto una possibilità alla quale non avrebbe mai creduto prima della rivolta di piazza Tahrir: un Islam moderato ma in assoluto controllo del più importante dei Paesi arabi. Questa tentazione è continuata per tutto l'anno di presidenza di Mohamed Morsi. Badie ne ha guidato, più che condiviso, le decisioni; ha spinto il presidente a ignorare il resto dell'Egitto e l'evidenza di un Paese sempre più polarizzato; lo ha istigato nell'ostinazione di non capire che questa netta divisione avrebbe portato i Fratelli musulmani e l'Egitto al disastro.
In un Paese normale non si arrestano i politici per aver governato male: fosse così, le prigioni italiane ne sarebbero piene. A dispetto degli assurdi crimini dei quali i militari li hanno accusati, Badie, Morsi e la gran parte dei dirigenti della fratellanza non hanno altre colpe se non essere stati pessimi leader. Ma se questo bastasse, il primo a meritare l'arresto sarebbe Mohamed Badie.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi