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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 06:43.

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ROMA
Di fronte al fuoco di sbarramento del Pd in risposta alla richiesta del Pdl di garantire l'agibilità politica per Silvio Berlusconi, l'ex premier (chiuso ad Arcore da inizio mese) ha dato il via libera al contrattacco. Il Pdl, forte di una interpretazione tutt'altro che univoca della legge Severino sull'incandidabilità, ha ribadito ieri l'intenzione di chiedere un pronunciamento della Corte costituzionale, e si dice anche pronto a bloccare i lavori della Giunta per le elezioni al Senato, che dal 9 settembre dovrà discutere il caso. L'intervento della Consulta potrebbe dilazionare i tempi anche di 8-9 mesi, dicono nel centrodestra.
Ieri il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, considerato una colomba, ha detto: «Se la Giunta dovesse trasformarsi in un plotone d'esecuzione, l'Italia non ne uscirebbe indenne». Al contrattacco anche Fabrizio Cicchitto (altra colomba) che ha messo in evidenza il cortocircuito creatosi tra i costituzionalisti divisi sul tema (si veda l'articolo in basso), e che certo non ha contribuito alla chiarezza. Tutto questo dovrebbe portare, nelle intenzioni pidielline, ad un indispensabile approfondimento nella Giunta per le immunità del Senato, con conseguente richiesta di chiarimenti alla Corte costituzionale. Lo ha ripetuto Cicchitto, che ha anch'egli chiesto all'organismo parlamentare di muoversi in modo neutro e di non trasformarsi in un plotone d'esecuzione contro Berlusconi.
Ma il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel), va ripetendo al Pdl che non ci sono margini per escamotage volti ad allungare i tempi del voto che resterebbe fissato per la seduta del 9 settembre. Ecco perché nel Pdl è partita una sorta di gara per individuare le possibili scappatoie. La parlamentare Elvira Savino ha diffuso una nota che non sembra frutto di una sortita estemporanea e in cui annuncia il blocco dei lavori della giunta: «Davanti al reiterarsi di prese di posizione preconcette e vessatorie da parte di esponenti del Pd e del M5S contro Berlusconi, allora - ha attaccato - l'unica soluzione che il Pdl si vedrebbe costretto a prendere, per impedire una dichiarata ingiustizia, potrebbe essere quella di bloccare i lavori della Giunta, impedirne la convocazione per oltre un mese onde indurre il Presidente del Senato a rinnovarne i componenti».
Tutte strategie da limare ma su cui c'è la benedizione del Cavaliere che chiuso nel suo bunker ad Arcore continua a ragionare con i suoi e con i legali sulle possibili vie di uscita. Filo diretto con Daniela Santanchè sempre più aggressiva nel suo ruolo di capo dei falchi, e sempre più invisa alle colombe. «Prendere ordini da Napolitano...invece va bene», ha scritto ieri in un sibillino tweet, probabilmente rivolto all'ala dialogante del partito
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