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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2013 alle ore 13:40.

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Grillo: «deficit di democrazia» nelle scelte di Napolitano, ora «ci mandi a votare»

Quirinale ancora una volta nel mirino del Movimento 5 Stelle, con il leader Beppe Grillo che torna ad attaccare il presidente della Repubblica, cui sono attribuite «scelte che hanno manifestato un deficit di democrazia inaccettabile». Continua dunque il pressing grillino sul Colle, con l'obiettivo dichiarato di ottenere lo scioglimento del Parlamento e il ritorno alle urne.

«Era inevitabile - scrive Grillo sul suo blog in un post intitolato "Errare è umano, perseverare è Napolitano" - che il meccanismo democratico si inceppasse in Italia sotto i lasciti del ventennio berlusconiano. La squallida vicenda sulla ineleggibilità di Berlusconi è solo l'esempio più recente dello stato confusionario della nostra democrazia. Ma sono soprattutto le scelte di governo del presidente Napolitano che hanno manifestato un deficit di democrazia inaccettabile, spesso prendendo a pretesto i mercati finanziari per giustificare forzature anti democratiche».

L'invito è a smetterla «di provare a convincere gli italiani che il governo Letta sia l'unico possibile perché i mercati non capirebbero. Ci mandi a votare caro Presidente. Si fidi degli italiani per una volta e non dei Violante di turno (…). Basta forzare il sano meccanismo democratico in nome "dei mercati non capirebbero", caro presidente. I mercati capiscono benissimo e la prova è il titolo Mediaset che ha raddoppiato in borsa da febbraio sulla scia di speculazioni di ogni tipo chiaramente considerate dal mercato favorevoli per Berlusconi, non certo per agli italiani».

Il Pd: da Grillo parole sciagurate
Alle parole del leader M5s replica il Pd. «L'attacco di Grillo al Presidente Napolitano é inaccettabile, sono parole sciagurate di chi in questi mesi ha dimostrato tutta la sua irresponsabilità», afferma Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd. «Lui che parla di democrazia - prosegue - spieghi ai cittadini italiani perché non vuole cambiare la legge elettorale dando la preferenza al Porcellum che attribuisce alle segreterie di partito, incluso il suo movimento, tutto il potere di scelta sulle candidature. Grillo ha gettato la maschera e ha rivelato il suo vero volto».

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