Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2013 alle ore 19:25.

My24
Risiko navale di fronte alle coste siriane

Nonostante l'apparente rinvio delle operazioni contro Damasco il concentramento di forze navali, reale e annunciato, nel Mediterraneo Orientale resta l'elemento più evidente (forse l'unico visibile) dell'imminenza di un attacco militare contro Damasco.

La Sesta Flotta, la componente navale statunitense nel Mediterraneo ridottasi sensibilmente negli ultimi anni, è stata rafforzata con ben cinque cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke, unità dotate del sistema Aegis che consente di creare uno scudo contro attacchi aerei e missilistici ma anche di decine di missili da crociera Tomahawk idonei ad attaccare obiettivi terrestri. Ai cacciatorpediniere Mahan, Barry, Gravely, Ramage e Stout si unisce almeno un sottomarino nucleare d'attacco dislocato perennemente nel Mediterraneo che dispone degli stessi missili da crociera.

Un'ulteriore unità statunitense, la nave da trasporto anfibio San Antonio con a bordo centinaia di marines si è fermata nel Mediterraneo Orientale proveniente da Suez e dall'Oceano Indiano. Un transito già previsto da tempo fanno sapere fonti dell'US Navy ma la grande nave anfibia (stazza 25 mila tonnellate) verrà trattenuta in queste acque "per precauzione" . Le fonti precisano però che non è previsto l'impiego di marines sul territorio siriano. In realtà il ruolo della San Antonio, che imbarca una mezza dozzina di elicotteri cargo CH-46 e convertiplani MV-22 Osprey, potrebbe essere legato alla necessità di evacuare cittadini e diplomatici statunitensi dal Libano o da altri Paesi della regione in caso dei pericoli determinati dalle conseguenze dell'attacco a Damasco.

In movimento verso est anche le flotte di Francia e Gran Bretagna. Nel caso di Londra il sottomarino lanciamissili Trafalgar era segnalato già in posizione di lancio ed erano trapelate voci dell'invio nel Mediterraneo orientale di parte della flotta schierata a Gibilterra per esercitazioni, incluse le portaelicotteri illustrious e Bulwark. La decisione del Parlamento di Londra di non partecipare ai raids contro il regime siriano dovrebbe aver annullato la mobilitazione navale anche se Londra ha schierato nella base aerea di Akrotiri, a Cipro, sei caccia Typhoon per precauzione.

I francesi hanno inviato di fronte alle coste siriane il cacciatorpediniere Chevalier Paul probabilmente per fornire copertura anti aerea alla portaerei a propulsione nucleare Charles De Gaulle dal cui ponte potrebbero decollare i cacciabombardieri Rafale eventualmente coinvolti nell'attacco a Damasco. In realtà i jet francesi potrebbero decollare anche dal territorio francese per poi venire riforniti in volo sul mare considerato che è probabile l'impiego di missili da crociera Scalp che hanno circa 500 chilometri di raggio d'azione. Probabile infatti che jet francesi e statunitensi sfidino le difese antiaeree di Assad sorvolando lo spazio aereo siriano. A dar man forte sul mare alla debole marina siriana sono in arrivo due navi russe che csi uniranno alle tre navi da sbarco già presenti nella base russa di Tartus.

Fonti della Marina hanno riferito all'agenzia Interfax che il cacciatorpediniere antisommergibili Ammiraglio Pantaleyev e l'incrociatore lanciamissili Moskva verranno inviati nel Mediterraneo nei prossimi giorni. "La situazione attualmente osservata nella parte orientale del mar Mediterraneo ci richiede di fare alcuni aggiustamenti al nostro gruppo navale" ha precisato la fonte. Compito di queste navi, oltre esercitare una forma di deterrenza a tutela della base russa, potrebbe essere quello di ostacolare con contromisure elettroniche il volo dei missili diretti sui Damasco.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi