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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2013 alle ore 17:23.

La candidatura di Matteo Renzi alla guida del Pd incassa il sostegno di Dario Franceschini e degli ex popolari. Annuncio ufficializzato oggi alla festa democratica di Genova. Il Ministro dei rapporti con il parlamento, molto vicino a Enrico Letta, rende pubblico il suo endorsement dopo il discorso di Renzi sulla «disponibilità a guidare il partito». La condizione richiesta è «tenere unito il partito», frazionato in un numero crescente di correnti.
L'annuncio è arrivato dal palco della festa nazionale del Pd. Tra le file di AreaDem, già il sindaco di Torino Piero Fassino aveva da tempo scelto di sostenere Matteo Renzi nel caso in cui si fosse candidato alla guida del Pd. Dopo che ieri il sindaco di Firenze ha di fatto annunciato la sua corsa, Franceschini ha deciso di accelerare. Il Ministro ex Ppi spiegherà le ragioni in vista della scelta definitiva, il 27-28 settembre, in occasione dell'annuale appuntamento a Cortona che riunisce parlamentari e dirigenti di Areadem.
E' un mattone che pesa, in vista del Congresso. I bersaniani non hanno ancora trovato un leader di riferimento. E gli ex diesse faticano a convergere su Cuperlo. Secondo Giuseppe Fioroni, il candidato in campo è «rimasto uno». Il dirigente democratico non ha dubbi sul successo di Renzi: «Una cosa è certa: in un congresso in cui c'è un candidato che rappresenta l'80% e 5, 6 o 7 candidati che faticano tutti insieme a dividersi il 20% , io prendo atto che c'è un solo candidato».
Cuperlo, intanto, rilancia la sfida. E respinge qualsiasi ipotesi di ritiro, nonostante l'ascesa del sindaco fiorentino. «Un passo indietro? Assolutamente no - ha assicurato a chi gli chiedeva novità sulla sua candidatura -. Sto girando le feste, ho presentato le mie 'Note'. Sono e resto candidato»
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