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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2013 alle ore 06:40.

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Aumento delle risorse per il fondo di funzionamento ordinario delle scuole (da attuare magari gradualmente nei prossimi anni). Proroga del piano triennale di assunzioni di docenti e Ata (cioè, gli amministrativi), per coprire il fabbisogno di personale dall'anno scolastico 2014/2015 all'anno scolastico 2016/2017 (dove si stima, per effetto della legge Monti-Fornero, un turnover totale di 44mila posti). In più, un intervento sul decreto Profumo sui libri digitali, per rivedere tempi e modi di adozione dei testi in formato digitale, ma anche i tetti di spesa; e norme ad hoc per alleviare gli esborsi delle famiglie per il corredo librario.
Inizia a prendere forma il decrero sulla scuola annunciato da Maria Chiara Carrozza, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì 9 settembre, e comunque prima dell'avvio del nuovo anno scolastico. E se il ministro parla di «provvedimento rivolto essenzialmente a studenti e famiglie» (invitando però a non avere «aspettative troppo elevate»), dalle primissime bozze di misure allo studio dei tecnici del ministero di Viale Trastevere si profilano anche interventi, di peso, sul potenziamento dell'autonomia scolastica e sul personale (soprattutto precario). Sul primo punto, «si lavora per innalzare la quota di funzionamento ordinario delle scuole, puntando a incrementarlo del 15-20%», spiega il capo dipartimento dell'Istruzione, Luciano Chiappetta. La situazione oggi del budget per il funzionamento regolare degli istituti è piuttosto variegata: si passa da una punta di 19-20 euro a studente in alcune zone, a valori più modesti di 9 euro a studente, in altre. Se la misura passerà il vaglio finanziario (che si sta trattando con l'Economia) la quota di 19-20 euro si alzarebbe a 23-24 euro; e quella di 9 euro passerebbe a poco più di 11 euro. «Una decisa inversione di tendenza - sottolinea Chiappetta - a tutto vantaggio del buon funzionamento degli istituti». Tra le ipotesi per coprire questo aumento di spesa ci sono le economie derivanti dai nuovi appalti per il servizio di pulizia delle scuole.
Il braccio di ferro con Via XX Settembre è anche sul fronte del personale. A partire dal piano triennale di nuove assunzioni. Qui si discute dei posti di diritto in più da attribuire al sostegno e degli altri posti (da coprire con nuovi assunzioni) che si formerebbero mettendo insieme gli spezzoni orari (le ore eccedenti l'orario normale di cattedra). Lo sblocco di queste due questioni potrebbe far salire ancor di più il numero di stabilizzazioni fino al 2016/2017, oltre le già conteggiate 44mila (che coprono il turnover).
Nel decreto Carrozza troverebbe spazio, ma riformulata, la norma "salva presidi", per superare l'impasse, in alcune regioni (soprattutto Lombardia), dovuto all'annullamento dei giudici del concorso presidi 2011. L'obiettivo è confezionare una norma immune da possibili nuovi contenziosi. In forse (anche qui c'è da convincere Fabrizio Saccomanni) c'è pure la questione dei docenti inidonei all'insegnamento che la spending review n. 95 declassa ad Ata (norma tuttavia ancora non attuata). Il Miur punta a evitare il "declassamento", che sbloccherebbe anche la mancata immissione in ruolo quest'anno di 3.730 Ata (ritenuta non necessaria dal Mef in caso di transito nei ruoli amministrativi di questi circa 3.500 prof inidonei). Più difficile è l'ok del Tesoro sulla norma su «Quota 96», per consentire a circa 5-6mila unità di andare in pensione con le regole pre Monti-Fornero. Sarebbe una misura troppo costosa.

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