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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 12:25.

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Diana Nyad (Reuters)Diana Nyad (Reuters)

Sogno, ostinazione, team: sono questi i tre segreti che hanno permesso a Diana Nayd di nuotare per 52 ore e 25 minuti consecutive, dall'Avana alle Key West, vincendo correnti contrarie, temibili squali e meduse urticanti. Se l'impresa dell'atleta americana 64enne non è alla portata di tutti, la sua performance ci insegna, che anche ognuno di noi alle prese con sfide professionali e personali dalla portata meno eroica, può farcela. Quante metaforiche meduse dobbiamo evitare, a quanti allegorici morsi di predatori dobbiamo scampare e a quanti simbolici fortunali dobbiamo far fronte per arrivare alla meta e quali mezzi ci possono aiutare? Ecco quali sono le regole che possiamo imparare da Diana Nyad, la "wonder woman" della porta accanto, per superare tutte le salite del mondo.

1-Prepararsi alle inevitabili sconfitte
Nyad ha impiegato molti anni per prepararsi alla traversata con duro addestramento e una pianificazione meticolosa, nonostante prima di ieri avesse già tentato e fallito 4 volte (nel 1978, nel 2011 e nel 2012).

2- Rinunciare e poi ripartire
Dopo ogni fallimento Diana dichiarava «Questa è l'ultima volta, non lo rifarò». Ma qualcosa in lei l'ha spinta a riprovarci. La sua ricerca, nonostante gli ostacoli, è sempre proseguita. Questo vale per qualsiasi progetto anche di business, si voglia intraprendere: si impara sempre dai propri errori e fallimenti lungo la strada.

3- Farsi aiutare, sempre
Chiedere aiuto è fondamentale: familiari, amici, colleghi e anche professionisti chiamati ad assistervi devono essere vostri fans indefessi, capaci però anche di suggerirvi altre vie dopo gli insuccessi. Diana, ad esempio, dopo che due anni fa il suo tentativo è naufragato a causa di un attacco d'asma, ha coinvolto nel suo staff di preparatori atletici, uno pneumologo.

4- L'aggiornamento è essenziale
Bisogna saper approfittare e trarre vantaggio dalle tecnologie più innovative. Durante la traversata l'atleta americana indossava un costume speciale che la proteggeva dalle meduse e sulla faccia aveva applicato un gel in grado di impedire al veleno, in caso di puntura, di penetrare nella pelle. Che si tratti di aggiornamento professionale, di imparare una nuova lingua o di acquisire nuove competenze, oggi, grazie al web, è molto più facile "stare al passo con i tempi", rinunciarvi sarebbe sciocco.

5- Mens sana in corpore sano anche e soprattutto nei favolosi anta
Secondo il biologo inglese Bainbridge David autore del libro «Favolosi Anta» la crisi di mezza età è un abbaglio culturale che non ha alcuna evidenza scientifica. Chi supera i quaranta, deve pensare che il meglio deve ancora venire, poiché è il prodotto della selezione naturale che nel corso di milioni di anni ha garantito la sopravvivenza e il dominio della specie umana. In questa fascia di età il nostro cervello è più performante e ci permette di trarre il massimo da noi stessi e dagli altri. E Diana Nyad ce l'ha dimostrato, plasmando il suo corpo, grazie a allenamenti e diete, e arrivando al traguardo nonostante i suoi 64 anni.

6- La spinta maggiore è dentro di noi
Diana ripete come un mantra la parola cuore, ma non si riferisce all'ottima forma del suo sistema cardiovascolare che grazie ad anni di training è paragonabile a quello di una quarantenne. L'extreme dream è a portata di quelli che ascoltano il cuore e non perdono lo slancio.

7- Grazie a tutti
Nonostante la gola arsa, le labbra incrostate di sale e i crampi che l'assalivano le prime parole di ringraziamento prounciate dalla 64enne sulla sabbia sono state per il suo team e l'equipaggio che l'ha sorvegliata a distanza per 110 miglia. C'è chi pensa, soprattutto i più giovani, che il nuoto sia uno sport solitario, dove è solo l'acqua l'ostacolo maggiore da superare. Diana ci ha insegnato che non è mai così: dividere la gioia di un successo lo rende ancora più grande.

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