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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 14:00.

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Lunedì il decreto scuola arriva al Cdm. Ecco tutte le novità

È atteso per lunedì 9 settembre in Consiglio dei ministri il decreto legge sulla scuola, che prevede più fondi per il diritto allo studio, potenziamento dei servizi di "welfare" per lo studente, un nuovo piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato di docenti e Ata.
E, novità delle ultime ore ma la norma non è ancora certa, l'abolizione del "bonus maturità" al debutto quest'anno tra mille polemiche nei test per le facoltà a numero chiuso. In attesa di una sua riscrittura più equa, come annunciato dal ministro Maria Chiara Carrozza, il "premio" in punti sul voto di maturità – inventato nel 2008 dall'allora ministro Giuseppe Fioroni – sparirebbe quindi dopo solo un anno di vita.

Il ministero dell'Istruzione ha individuato il pacchetto di misure da inserire nel decreto che lunedì approderà in Consiglio dei ministri. La bozza è ora al vaglio dell'Economia che avrebbe subito evidenziato problemi di copertura. In ballo ci sarebbero ancora 400 milioni da trovare.

I tecnici di Viale Trastevere contano di recuperare una fetta di questi soldi tra le pieghe del bilancio del Miur. Mentre per la restante parte si sta cercando una soluzione con fondi esterni. Dall'articolato è stata già espunta (perché troppo costosa) la norma su «Quota 96» che avrebbe consentito a circa 5/6mila docenti di andare in pensione con le regole pre Monti-Fornero. «È invece in corso la trattativa sugli inidonei che dovrebbero transitare nei ruoli amministrativi», ha spiegato il capo dipartimento per l'Istruzione, Luciano Chiappetta. Una partita, questa, che vale una buona fetta dei 400 milioni che mancano. Nella bozza di articolato non c'è più la norma "salva presidi" per tamponare le situazioni critiche venutesi a creare in alcune regioni (Lombardia in testa) a seguito dell'annullamento del concorso del 2011. Qui lo stop è arrivato dalla Funzione pubblica per evitare l'insorgere di nuovo contenzioso.

Per ora il pacchetto di misure messe a punto dal Miur è piuttosto ambizioso, e costoso. Certo, in queste ore, e fino al consiglio dei ministri, molto dipenderà da come sarà risolto il nodo coperture, che potrebbe far subire, fino all'ultimo, ritocchi all'articolato. Sul fronte scuola, per esempio, è previsto un aumento di 100 milioni dal 2014 del fondo per il diritto allo studio. Altri 15 milioni, sempre dal 2014, vengono stanziati per le nuove iniziative di welfare per lo studente. Nel primo biennio degli istituti tecnici e professionali viene ripristinata un'ora di geografia (costo 8,5 milioni per il 2014 e 24,5 milioni dal 2015). E si stanziano 5 milioni per ridurre la spesa per i libri di testo alle medie e superiori; altri 5 milioni (per il 2013 e 2014) per progetti contro la dispersione scolastica.

Il piatto forte del decreto è l'articolo che proroga, per i prossimi tre anni, il piano di assunzioni di docenti e Ata. «Si punta a coprire il turn over previsto nel triennio e tutti i posti disponibili», ha spiegato Chiappetta. Per la precisione parliamo di 26.264 professori normali, 1.608 docenti di sostegno e 13.400 Ata, per un totale di 41.272 posti. A questi potrebbero aggiungersi le cattedre in più sul sostegno. Il Miur preme per stabilizzare i posti attualmente coperti da un supplente, pari nel triennio 2014-2016, a 26.684. Che farebbero salire il "bottino" del piano triennale a quasi 69mila posti. Ma anche qui servono risorse, e c'è da convincere l'Economia. Per i sindacati è fondamentale chiudere la partita: «Bisogna dare stabilità agli organici e riconoscimento all'impegno professionale delle persone», sottolinea il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna.

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