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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 07:53.

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Pennetta in campo contro Azarenka per la semifinale degli Us Open

Poco abituati a grandi risultati negli Slam in generale e in quello americano in particolare, ci ritroviamo per la seconda volta consecutiva con una giocatrice in semifinale agli Us Open. Dodici mesi fa toccò a Sara Errani, quest'anno è la volta di Flavia Pennetta. E il risultato della brindisina, a 31 anni compiuti, ha il sapore di un'impresa davvero straordinaria. Va detto che, con gli Stati Uniti, lei ha un feeling del tutto particolare.

Era l'estate del 2009 quando, proprio nella parentesi americana che precede l'appuntamento di Flushing Meadows, mise a segno una striscia di ben 15 vittorie consecutive (conquistando il titolo a Los Angeles e arrivando alle semifinali a Cincinnati). Divenne, così, la prima azzurra della storia ad entrare nella top-ten Wta.
Ma, in fondo, non è tanto l'età a rendere così speciale la sua performance, se è vero che delle 4 semifinaliste Li Na è di un giorno soltanto più giovane di Flavia mentre Serena Williams è perfino più vecchia di 5 mesi delle sue due colleghe.

Il fatto è che la Pennetta accede alla prima semifinale in un major proprio quando la sua carriera sembrava, ormai, a un passo dalla naturale conclusione e quando nessuno avrebbe più scommesso nulla su di lei. Dopo una stagione via via sempre più deludente, a fine 2012, la pugliese si era, infatti, dovuta fermare per un infortunio al polso. Tale stop pareva aver messo la parola fine, una volta per tutte, alla sua vicenda agonistica, salvo optare per una lenta agonia. E infatti, tornata sui campi, Flavia aveva rimediato una lunga serie di sconfitte ai primi turni, finendo per precipitare al 166esimo posto del ranking.

In caduta libera, superati ampiamente i 30 anni, tutto faceva pensare che la Pennetta stesse per appendere la racchetta al chiodo. E, invece, eccola qua a giocarsi la possibilità di accedere ad una storica finale a New York. Come se non bastasse, ha superato 4 teste di serie in 5 turni e non ha ancora perso un set. Soltanto Serena Williams è avanzata con una simile sicurezza ma lei, essendo la favorita numero uno del tabellone, non si è dovuta fare largo tra le altre teste di serie.

Tutti gli appassionati italiani, ormai, aspettano la semifinale che aprirà le danze questa sera, subito dopo il doppio misto, nella spettacolare arena dell'Arthur Ashe Stadium, non prima delle 19,45 ora italiana. La missione, diciamolo subito, è difficilissima. Victoria Azarenka non solo è la numero due del mondo ma è anche l'unica giocatrice in grado di dare del filo da torcere perfino alla Williams. Con i suoi 24 anni è quasi un'intrusa in queste semifinali di over-30 e la giovane età non può che essere un'altra carta a suo favore. Un vantaggio che non sarà temperato neppure da una mancanza di esperienza perché la bielorussa ne è ha ben più della brindisina, con due Slam all'attivo e una finale giocata New York lo scorso anno.

È vero che i precedenti sono 2/1 in favore dell'azzurra ma, quest'anno, a Wimbledon, la Azarenka era infortunata e non è neppure scesa in campo contro la nostra. Resta il fatto che Flavia l'ha già sconfitta a Dubai, nel 2011.
In realtà, ancor più del computo degli scontri diretti, quello che conta è il tipo di gioco dell'italiana e lo straordinario stato di forma messo in mostra in questi giorni. Solida e precisa, potente e con una notevole profondità di palla, Flavia ha un tipo di gioco che, nelle giornate buone, le consente di mettere in difficoltà chiunque su queste superfici. Di tutta la compagine italiana, insomma, è quella con le migliori armi a disposizione sul cemento. Non a caso in carriera ha già sconfitto giocatrici come Maria Sharapova, Venus Williams e la stessa Azarenka.

Questa sera, inoltre, potrà scendere in campo rilassata sapendo di avere già vinto il suo torneo e di avere molto meno da perdere della sua avversaria. Se giocherà come ha fatto nelle ultime due settimane, dovrà soltanto sperare in un pizzico di fortuna. Quella che sempre ci vuole per portare a compimento le grandi imprese…

Vale la pena, infine di ricordare che, mentre i riflettori (per noi italiani) sono tutti puntati sulla partita di Flavia, la giornata di ieri si è conclusa con un colpo di scena clamoroso. Il campione in carica Andy Murray, infatti, è stato eliminato da uno Stanislas Wawrinka stellare che lo ha preso letteralmente a pallate. Contro lo svizzero, la cui stella per la prima volta brilla più di quella del connazionale Federer, il britannico non ha portato a casa neppure un set, raccogliendo la miseria di 9 game in tutto. Ed ora Wawrinka, per anni messo in ombra da re Roger, potrebbe perfino superare il fuoriclasse di Basilea nella classifica Race, quella che garantisce l'accesso al Masters di fine anno.

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