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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2013 alle ore 13:25.

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Il digiuno di pace di Papa Francesco per la Siria - Musulmani e cristiani nel campo profughi in Libano

«È possibile percorrere un'altra strada? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e morte?». Se lo è chiesto Papa Francesco nella meditazione proposta alla veglia per la pace in Siria. «Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace?» ha domandato ancora. «Invocando l'aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere che sì, è possibile per tutti. Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: sì, è possibile per tutti», ha scandito Francesco che sostiene la ricerca di una soluzione negoziale della crisi e si oppone all'intervento militare annunciato da Obama. «Finisca il rumore delle armi - ha esortato il Papa durante la veglia -. La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta dell'umanità», ha detto Francesco nella meditazione, dopo aver di ricostruire l' "armonia" che si è spezzata tra i fratelli con «l'incontro e non lo scontro».

«Pregate per la pace!» ha chiesto Papa Francesco su Twitter dall'account «@Pontifex». «La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l'umanità» aveva scritto ieri il Papa sollecitando l'impegno per la pace in Siria. «Il nuovo appello del Pontefice - ha scritto l'Osservatore romano - giunge nel momento in cui da San Pietroburgo, dove sono riuniti i leader mondiali, non trapelano notizie sulla comune determinazione per una soluzione negoziale della crisi siriana».

La Santa Sede tra preghiera e diplomazia
Mentre la diplomazia mondiale è in panne, la Santa Sede si muove sul doppio binario della diplomazia e della preghiera. Dopo gli appelli del Papa, la lettera a Vladimir Putin, gli apprezzamenti dell'Onu, il "briefing" con gli ambasciatori accreditati, il Vaticano ha promosso la «giornata di digiuno per la pace in Siria e in Medio Oriente» alla quale Jorge Mario Bergoglio, domenica scorsa all'Angelus, ha invitato - «nel modo che riterranno più opportuno» - anche «i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà».

Una giornata che si concluderà con una veglia di preghiera serale in piazza San Pietro per la quale si moltiplicano le adesioni: diocesi italiane, a partire quella romana del cardinale Agostino Vallini, associazioni e movimenti cattolici (Azione cattolica, comunità di Sant'Egidio, Comunione e liberazione, focolarini), ordini religiosi (a partire da gesuiti, francescani e salesiani).

I musulmani tra i primi ad arrivare in Piazza san Pietro
Tra i primi ad arrivare in piazza San Pietro per la veglia indetta da Papa Francesco c'èuna delegazione islamica della Comunità del Mondo Arabo in Italia, guidata dal presidente Foad Aodi, che avvicinato dai giornalisti dice: «Per noi Papa Francesco è un idolo, ci vorrebbe una guida così anche per il mondo islamico». Inoltre, Aodi annuncia di avere preparato una preghiera musulmana «per ribadire il nostro sì all'appello di Papa Francesco e per dire sì alla Pace in tutto il medioriente e no alla guerra».

Il Gran Muftì aderisce ma resta in Siria
Il Gran Muftì di Siria, Ahmad Badreddin Hassou, leader spirituale dell'islam sunnita, ha aderito al digiuno per la pace indetto per la giornata di oggi da Papa Francesco, ma ha rinunciato a spostarsi a Roma per la veglia di questa sera e guiderà una celebrazione di preghiera nella grande Moschea degli Omayyadi a Damasco. Lo rende noto l'agenzia vaticana Fides. Il Muftì ha emanato un editto proclamando per oggi, 7 settembre, una speciale giornata di digiuno per i fedeli musulmani «anche in solidarietà con i tragici fatti di Maaloul», il villaggio cristiano a Nord di Damasco attaccato da islamisti nei giorni scorsi.

In piazza anche ministri del Governo italiano, parlamentari, e non è ancora escluso che si presenti il gran Muftì di Damasco. Aderiscono, a distanza, episcopati, missionari e fedeli di Europa, Africa, Asia, Stati Uniti, Australia. Un evento dal sapore ecumenico e interreligioso che indispone, sintomaticamente, gli ultratradizionalisti: «Ciò che lascia molto sorpresi è che Papa Francesco sembri escludere l'adorazione eucaristica, per pregare insieme ai rappresentanti di altre religioni, così da non "disturbare" i membri di altri culti. «Crediamo fermamente che la pace non può essere opera di accordi umani a prescindere da Gesù Cristo, Re dei re e principe della pace», scrivono i lefrebvriani italiani. «Non è possibile lasciare da parte il Signore proprio in questo momento estremo, in una veglia che doveva essere di preghiera al solo vero Dio e che invece contribuirà a diffondere il relativismo religioso».

Per volontà di Bergoglio presenti in piazza cinquanta confessori pronti a impartire il sacramento della penitenza e della riconciliazione.

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