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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2013 alle ore 08:29.

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Le Olimpiadi 2020 a Tokyo, una spinta all'Abenomics. Nonostante Fukushima

TOKYO - Una spinta all'Abenomics. La decisione del Cio di assegnare le Olimpiadi del 2020 a Tokyo - già sede olimpica nel 1964 - è un regalo a un Paese che cerca di uscire da una crisi ultradecennale e una manifestazione di fiducia sulla sua capacità di superare il fantasma delle radiazioni di Fukushima.

Con lo slogan «Discover Tomorrow», Tokyo ha sconfitto Madrid, uscita al primo voto, e al ballottaggio anche Istanbul. I Giochi promettono non solo di avere effetti positivi sull'economia nel medio-lungo termine, ma anche a breve sulla Borsa. Gli analisti più ottimisti si spingono a delineare scenari esaltanti, anche al di là della creazione di aspettative favorevoli sui consumi e sugli investimenti pubblici e privati. Per Daiwa Securities, la vittoria nella lotta alla deflazione sarà più vicina e il Paese avrà tutte le chances per ricostruire la sua invecchiata rete infrastrutturale, costruita in buona parte proprio per le Olimpiadi del 1964.

Per altri osservatori diventa sicuro il previsto rialzo dell'imposta sui consumi (che dovrebbe essere confermato a inizio ottobre), in quanto il governo avrà bisogno di maggiori risorse per il finanziamento dei progetti connessi alle Olimpiadi - saranno necessari 3,4 miliardi per i Giochi e 4,4 per le infrastrutture - e anche perché le preoccupazioni su un cedimento della domanda a causa del rincaro del'Iva dovrebbero attutirsi.

Il valore delle società che più direttamente dovrebbero beneficiare del successo della candidatura di Tokyo è già salito più della media: da inizio anno, l'indice di 79 titoli "olimpici" stilato da Okasan Securities risulta in progresso di circa il 43%, contro il 30% circa dell'indice Nikkei. Ora i settori "sensibili (costruzioni, immobiliare, turismo, servizi di sicurezza e così via) paiono destinati ad attirare una attenzione ancora maggiore da parte degli investitori. L'investimento per la costruzione di strutture direttamente correlate ai Giochi verosimilmente sarà accompagnato da un nuovo boom immobiliare che cambierà il volto a interi quartieri della capitale. È stata infatti promessa una Olimpiade "compatta" e tecnologica, concentrata nelle aree centrali di Tokyo intorno alla baia: secondo le prudenti proiezioni semi-ufficiali, l'impatto economico sarà di quasi 3mila miliardi di yen (30 miliardi di dollari) per il Paese e di 1.675 miliardi di yen per la sola Tokyo nell'arco di otto anni, con la creazione di quasi 85mila posti di lavoro in città e oltre 150mila in totale tra miglioramento infrastrutturale e gestione dell'evento. Gli analisti di Nomura affermano che le Olimpiadi sono «il cacio sui maccheroni dell'Abenomics» e che i benefìci indiretti saranno anche più ampi di quelli diretti, fino addirittura a poter «innescare un cambiamento negli atteggiamenti della popolazione e modificare la struttura stessa della società» nel segno di una maggiore internazionalizzazione.

Secondo questa interpretazione - tanto più che parecchi obiettivi fissati dal'Abenomics vedono proprio il 2020 come data di riferimento - «come le Olimpiadi del 1964 sancirono l'ingresso del Giappone nel novero delle moderne nazioni industrializzate, quelle del 2020 potrebbero mostrare che "Japan is back"». Quest'ultima espressione è lo slogan delle strategie di crescita annunciate a giugno. Il rischio, secondo qualche voce critica, è che l'enfasi passi dal terzo pilastro dell'Abenonics (le riforme strutturali) al secondo (gli stimoli pubblici all'economia), ossia alla vecchia ricetta del Partito liberaldemocratico di Abe, soprannominato il "partito dei lavori pubblici".

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