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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 07:15.
La splendida tenuta di Suvignano fa gola. Troppo gola. Anche alle mafie. La paura di molti – quando l'Agenzia del demanio Toscana e Umbria presero la decisione di mettere il bene all'asta che, a un certo punto sembrò interessare anche l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che cercava una dimora in Toscana – è che la proprietà possa ritornare nelle mani della criminalità organizzata. Non sarebbe né la prima né, purtroppo, l'ultima volta.
Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, il 20 novembre 2009 rilascerà il seguente comunicato: «La vendita a mezzo asta dell'azienda agricola Suvignano decisa dall'Agenzia del demanio Toscana e Umbria va assolutamente scongiurata. Questa decisione rischia di mandare in fumo le azioni concrete che le associazioni territoriali senesi portano avanti su questi terreni da tempo per diffondere i valori di legalità e lotta contro ogni forma di violenza e criminalità. Faccio appello a tutte le istituzioni coinvolte e a quelle che possono portare un contributo alla revisione della decisione dell'Agenzia del Demanio Toscana e Umbria, affinché venga scongiurata l'ipotesi di vendita all'asta e si agisca in linea con quanto indicato dalla legge, ossia con il riutilizzo sociale del bene».
Lo stesso giorno, Regione Toscana, Provincia di Siena e il Comune di Monteroni d'Arbia nel corso del convegno «Beni confiscati alle mafie: restituire al territorio sviluppo e lavoro legale», organizzato dalla Flai Cgil a Suvignano, si erano schierati contro l'unica via d'assegnazione possibile indicata dal Demanio, ovvero l'asta pubblica con un valore stimato (allora) di oltre 25 milioni.
È facile dunque capire perché, nell'agosto 2010, decine di associazioni e migliaia di persone gioiranno per quanto dichiarerà Antonio Cananà, vicedirettore dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: «L'azienda agricola di Suvignano non andrà all'asta».
Cananà rivelò come all'Agenzia, insediatasi ufficialmente il 26 aprile 2009, fosse stata sottoposta come prima pratica, attraverso il Prefetto di Siena, proprio quella di Suvignano.
La storia si ripete.
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