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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 06:36.

Appurato che non vi sono margini per finanziare operazioni di sgravio fiscale in deficit, per i vincoli europei, la credibilità sui mercati e l'alto debito pubblico, il compito della prossima legge di stabilità sarà quello di fissare il giusto mix tra la riduzione della spesa pubblica e l'incremento delle entrate per effetto dell'intensificarsi della lotta all'evasione, così da indirizzare almeno 5 miliardi di risorse già nel 2014 alla manovra sul cuneo fiscale. Una cura fondamentale per sostenere la ripresa, soprattutto se sarà accompagnata da un percorso serio e strutturale di «spending review», i cui effetti potranno accrescersi nel tempo chiudendo in tal modo definitivamente la stagione dei cosiddetti tagli lineari.


L'effetto auspicato di tale operazione, sulla quale vale la pena di investire, è la spinta al recupero di competitività, passaggio fondamentale per avviare l'economia su un tragitto di crescita stabile e duraturo. La strada, indicata negli «Scenari economici, le sfide della politica economica» di Confindustria, passa attraverso l'individuazione, proprio con i provvedimenti che sosterranno la legge di stabilità da varare entro metà ottobre, delle risorse utili a finanziare «l'eccessivo carico fiscale che grava sull'impresa e sul lavoro», agendo sul cuneo fiscale e contributivo. Obiettivo condiviso dal governo e dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che subordina il taglio della pressione fiscale sul lavoro all'invarianza dei saldi di finanza pubblica.
Proprio la contemporanea salvaguardia dei conti pubblici, in linea con gli impegni assunti con Bruxelles, e la spinta al recupero di competitività della nostra economia, può costituire la combinazione vincente, a patto naturalmente che governo e maggioranza siano in grado di proporla e sostenerla con decisione. Su questo punto l'accordo è possibile, poiché l'intervento per alleggerire il prelievo fiscale e contributivo che grava sul lavoro compare nelle dichiarazioni programmatiche sia del Pd che del Pdl e infine di Scelta civica.
Misure per la crescita, in poche parole, da inserire nel percorso delineato dallo stesso Saccomanni nella lettera pubblica ieri dal Sole24Ore. Spending review, dunque, seria e a tutto campo, per ridisegnare il perimetro e i meccanismi che governano la nostra spesa pubblica, in primo luogo attraverso l'estensione erga omnes dei costi e fabbisogni standard. Più che invocare genericamente risparmi come avviene da anni e da più parti in sede politica, fatto salvo poi esser costretti a percorrere la strada dei tagli lineari o semilineari, la prossima legge di stabilità e i provvedimenti che la sosterranno potranno segnare una netta discontinuità da questo punto di vista.

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