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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 06:40.
ROMA
La pressione fiscale raggiungerà nel 2013 il valore record del 44,5% del Pil (dal 44% del 2012) e rimane molto alta nel 2014 (si attesterà al 44,2%). È la fotografia scattata dal Centro studi di Confindustria nelle nuove previsioni, aggiungendo che la pressione effettiva, escluso il sommerso, toccherà il 53,5% quest'anno e il 53,2% nel 2014.
La priorità resta la riduzione dell'eccessivo carico fiscale che oggi pesa sul lavoro e sull'impresa. E per farlo occorre intervenire subito con la legge di stabilità ormai alle porte su una riduzione del cuneo fiscale. Oltre alla possibilità di procedere a un taglio progressivo della componente contributiva non previdenziale, mettendo nel mirino i contributi Inail, l'altra strada porta dritto a una riduzione della componente lavoro dalla base imponibile dell'Irap.
Con un possibile intervento in due tappe. Uno congiunturale, trasformando le deduzioni forfettarie Irap in deduzioni direttamente proporzionali al costo del lavoro. Nel mirino potrebbero finire tutte quelle deduzioni - per altro destinate ad aumentare dal prossimo 1° gennaio così come prevede la legge di stabilità per il 2013 - riconosciute in misura forfettaria per i neoassunti, dipendenti a tempo indeterminato, gli under 35 e le donne (diversificate e maggiorate per le imprese che operano nel Mezzogiorno).
Un intervento più strutturale e certamente di più ampia portata anche in termini di costi potrebbe mettere nel mirino la cancellazione della componente lavoro dall'imponibile Irap, stabilizzare la detassazione dei salari di produttività e ridurre i contributi.
Sul fronte delle entrate tributarie il Centro studi registra la crescita nel primo semestre 2013 del 4,0% rispetto allo stesso periodo del 2012. Una tendenza confermata anche sui primi sette mesi dell'anno dove il segno più si attesta all'1,2 per cento. Va registrato anche il rallentamento del calo dell'Iva: per la prima volta dal dicembre 2012 si è registrato un aumento tendenziale del gettito Iva pari a 291 milioni. E questo grazie agli effetti prodotti dal pagamento dei debiti della Pa nei confronti delle imprese. Lo sblocco dei pagamenti ha prodotto maggiori incassi per l'Erario strettamente legati alla sospensione d'imposta di cui godono i fornitori della Pa, grazie alla quale l'Iva è versata al momento dell'incasso anziché a quello della fatturazione. I maggiori incassi per l'intero 2013, ricorda Csc, sono quantificabili in oltre 2 miliardi, sempre che sia pienamente erogato l'ammontare di risorse previsto. Nel 2014 il maggior gettito sarà uguale, ma 600 milioni saranno utilizzati per coprire gli oneri derivanti dallo stesso Dl. Occorre infine ricordare che la previsione delle entrate sconta comunque il rinvio dal 1° luglio al prossimo 1° ottobre dell'aumento dell'aliquota Iva ordinaria.
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+4%
Entrate tributarie
È la crescita registrata nel primo semestre
dell'anno nonostante il calo dell'Iva