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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2013 alle ore 18:25.
«La posizione di giudice costituzionale è (giustamente) incompatibile con qualsiasi altra posizione o attività. Per questo mi sono già dimesso dagli altri incarichi». Lo scrive Giuliano Amato, nominato dal Capo dello Stato giudice della Corte costituzionale, annunciando con una lettera che sarà pubblicata domani sul Sole 24 ore la fine della sua collaborazione quindicinale con il quotidiano. «Un giudice costituzionale - ha sottolineato Amato - non è e non può essere un opinionista».
La nomina, ha spiegato Amato, gli consente di ancorare la «vita futura a quello che è stato peraltro il filo originario e mai abbandonato della mia stessa vita passata, lo studio cioè del diritto costituzionale e il lavoro su di esso».
Amato si è detto dispiaciuto di «lasciare il giornale», con il quale collabora da anni, «ma sono certo - ha scritto - che i temi che vi ho sempre trattato, e l'angolatura con cui ho cercato di trattarli, non saranno abbandonati». Amato non ha scritto sul Sole, ha voluto rendere noto, «in base a un incarico, né in base a un contratto, solo grazie all'ospitalità che avete offerto alle mie opinioni». Una volta alla Corte, ha scritto, «non cumulerò prebende. Non l'ho mai fatto, a dispetto di chi finge di non saperlo e mi accusa del contrario, e continuerò a non farlo». E ha ringraziato il direttore del Sole e i lettori che lo hanno seguito e che domani non troveranno il suo editoriale.
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