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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2013 alle ore 06:45.

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Nel paragrafo dedicato all'Italia, la Bce registra anche la conversione in legge del cosiddetto Decreto del fare, che comprende misure per l'aumento degli investimenti in infrastrutture, la semplificazione burocratica, il miglioramento dell'efficienza della giustizia civile e l'aumento del credito alle imprese, soprattutto le piccole e medie.
Quest'ultimo elemento è stato individuato da tempo dalla Bce come un fattore importante per la mancata crescita dell'economia. Il presidente dell'Eurotower, Mario Draghi, ha parlato nei mesi scorsi della necessità, a questo proposito, di rilanciare il mercato delle cartolarizzazioni (Abs). Finora però non c'è stata nessuna iniziativa concreta dal lavoro che la Bce ha intrapreso insieme a Commissione europea e Banca europea per gli investimenti. Il bollettino rileva che questo mercato si trova di fronte in Europa a numerose sfide che potrebbero metterne a repentaglio la sostenibilità di lungo periodo. Lo studio parla tra l'altro della necessità di rivedere il trattamento regolamentare di questi strumenti e di migliorarne la trasparenza e la standardizzazione per attrarre investitori e sostenere l'economia reale.
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I parametri 2013 di Eurolandia
«Per riportare le finanze pubbliche su un percorso sostenibile occorre effettuare interventi di risanamento con risolutezza». Così il bollettino mensile della Banca centrale europea è intervenuto ieri per richiamare i Paesi dell'Eurozona al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica fissati dal Patto di stabilità e crescita (Psc) che punta a consolidare la disciplina di bilancio dei governi europei che hanno adottato la moneta unica. Con lo scopo di correggere i disavanzi superiori al 3% del Pil e ricondurre i rapporti debito/Pil nella soglia del 60%. La Bce però avverte: secondo gli ultimi dati che arrivano dagli Stati «la tendenza al ribasso» degli indicatori osservata dalla metà del 2010 si è arrestata nel primo trimestre di quest'anno. Da qui anche il rilievo rivolto all'Italia sul peggioramento dei nostri conti che mette a rischio il rispetto dell'obiettivo del 3%.
Secondo i dati Bce il disavanzo cumulato negli ultimi quattro trimestri nei paesi dell'area Euro si è collocata al 3,8% del Pil nel primo trimestre. Un dato «nettamente superiore» alle previsioni economiche pubblicate dalla Commissione a primavera (nel grafico sotto gli indicatori di deficit, debito pubblico e avanzo primario in% del Pil per il 2013 nei 17 stati dell'Eurozona). Successivamente a metà luglio il Consiglio Ue ha concluso il semestre europeo esortando gli Stati, nelle proprie raccomandazioni, a perseguire «politiche differenziate di risanamento» e per sei Paesi sono scattate le proroghe, per lo più superiori a un anno (indicate nel grafico), e un ridimensionamento dell'azione correttiva raccomandata. Per Portogallo, Francia e Slovenia è stata concessa una proroga fino al 2015, per Cipro e Spagna fino 2016, mentre per l'Olanda fino al 2014

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