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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2013 alle ore 06:40.
«Ci aspettiamo un ritorno ai grandi numeri dell'anno e mezzo in cui la mediazione è stata obbligatoria». Giada Grandi, segretario generale della Camera di commercio di Bologna – che ha attivato lo sportello di mediazione 15 anni fa, nel 1999 – riassume così le attese sulla nuova introduzione dell'obbligo di mediazione civile, in vigore dal prossimo 21 settembre. «Per il momento abbiamo già notato un sensibile aumento: dall'inizio dell'anno abbiamo ricevuto 218 domande di conciliazione, numero che è molto vicino alle 294 domande di mediazione che abbiamo registrato in tutto il 2010». Anche Leonardo D'Urso, amministratore delegato della società Adr Center, afferma: «Dopo un crollo dell'80% registrato in seguito alla sentenza della Corte costituzionale che aveva bocciato l'obbligatorietà, il numero delle istanze torna a crescere».
Le modifiche alla procedura dettate dal decreto del fare sono state criticate da diversi osservatori, ma gli operatori della mediazione sono soddisfatti dal ripristino della sanzione pari al contributo unificato per la parte che non si presenta al primo incontro conciliativo.
Fa più discutere, invece, l'introduzione della presenza obbligatoria di un avvocato durante le operazioni. «Abbiamo sempre ritenuto fondamentale la collaborazione costruttiva con gli avvocati delle parti per riuscire a trovare insieme il percorso verso la soluzione della controversia con tutti i crismi della legittimità, del merito, della convenienza», spiega Crescenzo Soriano, presidente della società Adrnetwork. Dello stesso avviso Giuseppe Tiracorrendo, segretario generale del Conciliatore BancarioFinanziario, altro organismo iscritto presso il ministero della Giustizia: «Poiché trattiamo materie molto tecniche, nella quasi totalità dei procedimenti da noi gestiti le parti sono state assistite dai loro legali».
Di tutt'altro parere è Marcello Guadalupi, vicepresidente dell'Ordine dei dottori commercialisti di Milano e delegato alla conciliazione: «Questa nuova norma non aiuta la mediazione. Inoltre la figura dell'avvocato potrebbe rappresentare un ostacolo per il cittadino, sia dal punto di vista economico che da quello psicologico».
Le nuove regole lasciano fuori dalla mediazione obbligatoria le controversie relative al risarcimento danni derivante dalla circolazione dei veicoli. Una mancanza sottolineata dagli operatori del settore, che però evidenziano come «in molti casi relativi a istanze di questo tipo, le parti erano propense a non presentarsi», come conferma D'Urso. Senza considerare che, secondo Grandi, «nel periodo in cui questo tipo di mediazioni sono state obbligatorie, la percentuale di istanze pervenute da compagnie assicuratrici è stata irrisoria».
Infine, anche se la nuova normativa prevede che l'obbligo della mediazione civile sia valido solo per quattro anni, gli operatori del settore non si sentono "minacciati", ritenendo tale periodo più che sufficiente per testare e migliorare il nuovo modello. Secondo Tiracorrendo, «la previsione di un periodo di sperimentazione non è un fatto negativo se tutte le categorie professionali coinvolte nella mediazione contribuiranno a diffonderne la conoscenza ed incentivarne l'utilizzo».
Più che altro, osserva Brunella Tarli, dirigente dell'area servizi amministrativi della Camera di Commercio di Firenze, «che sia obbligatoria o meno, la mediazione va vista come un diritto del cittadino che negli ultimi anni ha continuato ad avere una valenza importante come metodo alternativo».
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