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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2013 alle ore 14:36.

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Un lieve scostamento nel deficit tendenziale previsto per quest'anno e un lieve, ma inevitabile, aggiustamento, pari allo 0,1 per cento del Pil, ovvero una correzione in corsa da un miliardo e mezzo di euro, per garantire il rispetto dell'obiettivo del tre per cento di indebitamento netto nel 2013. È questa la novità contenuta nell'aggiornamento al Def. Una novità non positiva, certo, che però, come ha spiegato il presidente del Consiglio Enrico Letta, anche se non implica interventi particolarmente rilevanti «è figlia di una situazione di instabilità politica e di discesa dei tassi che nelle ultime settimane si è interrotta».

In altri termini, un Governo che si viene a trovare in una situazione di costante pre-crisi politica non raccoglie più lo stesso successo sui mercati e nemmeno negozia in condizioni favorevoli a Bruxelles: tanto più importante, dunque riuscire a mantenere gli impegni presi al momento dell'uscita dalla procedura d'infrazione. Già all'Ecofin di Vilnius il ministro dell'Economia Saccomanni aveva spiegato di ritenere possibile realizzare questo aggiustamento con operazioni di finanza ordinaria (di questioni roventi politicamente come l'innalzamento dell'aliquota Iva, peraltro, si parlerà invece la settimana prossima, secondo quanto ha precisato Letta).

Del resto, il Governo è fermamente convinto che la virtù del risanamento finanziario paghi. Non solo in termini di un possibile, minore spread: alla fine del periodo di previsione nel documento del tesoro il differenziale con i bund tedeschi potrà essere intorno ai 100 punti base. Ma la virtù e l'azione stabile di governo dovrebbe rivelarsi redditizia anche in termini di innalzamento delle possibilità di crescita. Infatti,dopo il -1,7 per cento del Pil con il quale si concluderà il 2013 la nota di aggiornamento parla di un più uno per cento di crescita nel 2014 per arrivare alla fine dell'arco previsionale a sfiorare il 2 per cento.

Inoltre, il Governo "vede" l'arrivo della ripresa nel quarto trimestre di quest'anno. «Si tratta di un obiettivo e di un percorso fattibile ma che richiede determinazione e stabilità politica» ha sottolineato il ministro dell'Economia, il quale ha tenuto a sottolineare come il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione abbia subito una netta accelerazione, per cui i i fondi fatti affluire agli enti territoriali sono 17,9 miliardi di euro e quelli effettivamente pagati ai creditori privati sono a quota 11,3 miliardi, ovvero il 63% dell'ammontare annunciato per il 2013.

«È un percorso realistico e possibile, ma ovviamente non privo di rischi» ha sottolineato il ministro. Saccomanni ha anche risposto a chi chiedeva notizie sulle discussioni tecniche in corso a Bruxelles a proposito di un nuovo calcolo del deficit strutturale per i paesi ad altissima disoccupazione:«Si tratta di una discussione a livello tecnico: per ora si sta parlando di una complicata formula matematica per determinare quale sia la componente strutturale del deficit in paesi con un tasso di disoccupazione superiore al 20 per cento. «Non mi pare il caso - ha dichiarato - di portare la nostra disoccupazione oltre il 20 per cento allo scopo di partecipare a questo campionato». Fuori dall'ironia, Saccomanni ha invece aggiunto che, naturalmente se sarà possibile introdurre una distinzione fra disoccupazione globale e disoccupazione giovanile, l'Italia porterà avanti le sue ragioni perchè, purtroppo in questo campo l'aspetto fortemente negativo c'è.

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