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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2013 alle ore 08:28.

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Dopo la Federal Reserve di Ben Bernanke, è toccato ieri alla Banca centrale indiana del neo-governatore Raghuram Rajan prendere in contropiede mercati e analisti con un rialzo inatteso dei tassi d'interesse. Alla sua prima riunione ufficiale alla guida della Reserve Bank of India, l'ex capo economista del Fondo monetario e i suoi colleghi del board hanno alzato il tasso di rifinanziamento dal 7,25 al 7,50 per cento. È la prima stretta da quasi due anni e arriva in un momento molto delicato per l'economia indiana, alle prese con bassa crescita, alta inflazione e moneta debole.
Rajan ha motivato la decisione con la necessità di tenere a freno la corsa dei prezzi: l'inflazione all'ingrosso ha superato il 6% in agosto e quella al consumo sfiora il 10 per cento. Le prime reazioni sono state negative: la Borsa di Mumbai ha chiuso in ribasso di quasi due punti e la rupia è scesa ancora sul dollaro a quota 62,6. D'altra parte la banca ha tagliato di 75 punti base (dal 10,25 al 9,5%) il tasso con cui gli istituti commerciali si finanziano a breve presso la Reserve Bank of India. L'obiettivo di Rajan è da un lato rafforzare le credenziali anti-inflazionistiche della banca centrale, dall'altro dare ossigeno agli istituti di credito.

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