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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2013 alle ore 19:05.

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«Il made in Italy? Più attraente all'estero». Parla Winkelmann, il ceo di Lamborghini, (che raddoppia a Tokyo) - Video

TOKYO - «Il made in Italy, specialmente nel mondo del lusso, ha una forte attrattività forse ancora di più al di fuori dell'Italia che nell'Italia stessa». Lo afferma Stephan Winkelmann, presidente e chief executive della Lamborghini (gruppo Audi).

Anche per questo, aggiunge, «noi siamo molto attaccati non solo all'Italia ma anche al territorio», ossia alla terra dei motori emiliana, tanto che sono italiani il 95% dei circa mille dipendenti della società che ha appena celebrato i suoi 50 anni, in un momento in cui «sta andando alla grande» (cento persone assunte nell'ultimo anno e altre previste in questi mesi).

Winkelmann ha inaugurato ufficialmente a Tokyo la quinta concessionaria giapponese: è la seconda nella capitale nipponica e si trova nel quartiere trendy di Aoyama, proprio di fianco al quartier generale della Honda. Il "raddoppio" a Tokyo è stato consentito da un accordo di partnership con Cornes Motors e viene dopo l'aumento del 73% delle vendite (a un centinaio) conseguito l'anno scorso nel Sol Levante (contro il +30% totale a 2.083), secondo un trend di ascesa largamente a doppia cifra che prosegue anche quest'anno.

Per l'Aventador, che si vende a 45 milioni di yen (circa 340 mila euro), la lista d'attesa è di 18 mesi nel Paese che rappresenta il quinto mercato per il marchio di S. Agata Bolognese del gruppo tedesco controllato dalla Volkswagen. Winkelmann ha inoltre fatto una spettacolare presentazione - su una terrazza di Omotesando - della Gallardo LP 570-4 squadra corse, in occasione della tappa di questo weekend al circuito del Fuji del Lamborghini Blancpain Super Trofeo.

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