Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2013 alle ore 14:35.

My24
Saccomanni: «Pronto a lasciare». Il Pdl: non ci spaventa. Epifani (Pd): piena fiducia. Palazzo Chigi: basta aut aut

Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, reagisce alle pressioni degli ultimi giorni arrivate da Pd e Pdl e minaccia di dimettersi. In un colloquio con Il Corriere della Sera, il titolare di via XX Settembre fa sapere che bisognerà trovare subito 1,6 miliardi per rientrare di corsa nei limiti del 3%, poi si dovrà concordare una tregua su Iva e Imu, rinviando la questione al 2014 con la legge di stabilità che va presentata entro il 15 ottobre. Difficile, quindi, evitare l'aumento dell'Iva. «Ho una credibilità da difendere e non ho alcuna mira politica», spiega in un dialogo con il direttore del Corsera, Ferruccio De Bortoli. Difficile evitare anche l'aumento dell'Iva dal 1° ottobre. Nemmeno un aumento della benzina di 15 centesimi - è il ragionamento riportato dal Corriere della Sera - riuscirebbe a garantire il gettito equivalente di circa un miliardo.

Le minacce di dimissioni producono effetti diversi nel mondo politico. Se fonti di Palazzo Chigi fanno trapelare la vicinanza del premier Enrico Letta al suo ministro dell'Economia. Ma le reazioni del Pdl sono all'attacco. «Le minacce di Saccomanni non fanno paura a nessuno - spiega Maurizio Gasparri - quindi se non se la sente lasci». Mentre il capogruppo al Senato, Renato Schifani, dice di aspettarsi maggior coraggio dalle scelte di politica economica dell'Esecutivo: «Bisogna impedire l'aumento dell'Iva e confermare l'abolizione dell'Imu, misure destinate a frenare la crisi dei consumi e la sfiducia dei cittadini», e così intervenire «sulla riduzione della spesa pubblica attraverso coraggiose riforme di carattere strutturale nei comparti improduttivi non destinati a determinare processi di crescita. Occorre una forte volontà e coesione politica all'interno della maggioranza perché vengano evitati interventi settoriali finanziati da aumenti su accise ed altro, così come stiamo assistendo in questi giorni in Parlamento. Si deve porre fine a questo tipo di iniziative perché non possono essere gli italiani a dover pagare di tasca propria l'incapacità di individuare altri percorsi in settori dove tagliare ancora si può e si deve».

Piu' cauto il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, che intervenendo a "In mezz'ora", su Rai3, censura l'intervista del ministro dell'Economia - «una scivolata negativa» - perchè un ministro tecnico «non dice che se si va a votare a febbraio non cerco nemmeno i soldi. Che ne sa lui delle elezioni anticipate? Non è un capo partito, non è capo di niente», ma nega di volere le dimissioni del titolare dell'Economia: «Le escludo. Non le voglio. Sono per Letta fino al 2018...». Per Brunetta, ad essere sbagliato è il titolo dell'intervista «perchè Saccomanni non ha detto che è impossibile coprire il non aumento dell'Iva per il 2013 ma semplicemente che dal 2014 l'Iva sarà riformata come pure l'Imu».

Epifani: piena fiducia in Saccomanni
Nel pomeriggio, il ministro dell'Economia incassa l'appoggio incondizioato di Guglielmo Epifani, segretario Pd, che intervenendo a Modena alla festa del partito ribadisce la sua piena fiducia» nel ministro, cui però chiede «che quando si tratterà di fare scelte di rigore si ricordi sempre che in una crisi come questa le scelte di rigore hanno bisogno di grande equità e grande giustizia sociale».

Nel Pd, oltre alle parole di Epifani, si segnalano le reazioni di Stefano Fassina e Pierpaolo Baretta, rispettivamente viceministro e sottosegretario all'Economia. «Mi risulta che il ministro Saccomanni - spiega Fassina in un'intervista a Maria Latella per Sky Tg 24 - è molto preoccupato rispetto alla situazione della finanza pubblica e alla demagogia che segna una parte della maggioranza che sostiene il Governo Letta». E aggiunge: «Noi non vogliamo l'aumento dell'Iva, siamo convinti che vada evitato e bisogna fare delle scelte, perché da qui a fine anno abbiamo impegni che valgono quasi 6 miliardi di euro e bisogna scegliere: la riflesisone che ho invitato a fare tutti noi é non di aumentare l'Iva e se confermiamo
l'eliminazione dell'Imu per il 90% delle famiglie e la lasciamo sul 10% delle abitazioni di maggior valore recuperiamo un miliardo per non aumentare l'Iva».

Dal canto suo, Baretta spiega: «Il ministro Saccomanni ha la nostra piena fiducia ed è il momento di smettere con polemiche pretestuose o addirittura fantasiosi organigrammi.
Invece di esasperare ulteriormente i toni - aggiunge - occupiamoci di rientrare rapidamente nel 3%, che è la vera priorità per il Paese e la condizione politica e finanziaria per discutere del resto».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi