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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 12:25.

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Pronto il decreto che sblocca Riva-Acciaio. Norma per salvare le controllate Ilva - Ue vuole aprire procedura contro l'Italia

Cinque articoli per sbloccare l'attività degli impianti di Riva Acciaio e per salvaguardare anche le controllate e collegate dell'Ilva spa. È pronto il decreto che contiene «ulteriori disposizioni urgenti a tutela di imprese d'interesse strategico nazionale»: si valuta in queste ore quando portarlo al Consiglio dei ministri. Lo Sviluppo economico preme per un varo a stretto giro (il ministro Flavio Zanonato aveva previsto l'approdo al Cdm già ieri); in realtà ci sarebbero ancora valutazioni in corso, soprattutto per alcune perplessità di fonte politica con ambienti del Pdl attenti a evitare che il provvedimento sia letto come una sorta di nuovo commissariamento. Ad ogni modo Zanonato, a margine di un incontro in corso a Portogruaro, ha assicurato che il decreto arriverà, probabilmente venerdì.

Come detto al momento il provvedimento, su cui ci sarebbero ancora lavori di perfezionamento, si compone di 5 articoli. L'intervento salva-Riva Acciaio è all'articolo 4: con una norma di carattere generale, che modifica l'articolo 53 della "legge 231" sulla responsabilità amministrativa delle società, si dispone che, nel caso in cui il sequestro preventivo abbia come oggetto società, aziende, beni (compresi titoli) e quote azionarie e liquidità anche in deposito, l'organo di nomina giudiziale ne deve consentire l'utilizzo e la gestione agli organi societari. È lo stesso custode giudiziale che dovrà poi esercitare i necessari poteri di vigilanza.
Con la nomina del custode, prosegue il Dl, si intendono eseguiti e rispettati gli adempimenti previsti dal codice di procedura penale.
A questo si aggiunge una norma di carattere speciale: solo nel caso in cui l'attività di impresa non sia concretamente e oggettivamente perseguibile, il custode deve provvedere alla liquidazione dell'oggetto del sequestro e alla destinazione dei relativi ricavi al Fondo di giustizia.
L'ultimo comma dell'articolo 4 stabilisce la retroattività per garantire che le modifiche si applichino anche ai sequestri già disposti alla data di entrata in vigore del decreto, quindi compreso il caso Riva Acciaio.

Gli altri articoli del Dl rispondono a una precisa richiesta fatta dal commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, durante un vertice riservato che si è svolto la scorsa settimana a Palazzo Chigi. Si estende il raggio d'azione del Dl 61/2013 sul commissariamento Ilva precisando che «il riferimento alla spa Ilva è comprensivo delle società dalla stessa controllate o collegate». Il commissario, si legge all'articolo 2, può nominare, per le controllate o collegate, «fino a tre sub commissari». «Il commissario e i sub commissari preposti tengono, ove necessario, una contabilità speciale riguardante i beni oggetto di sequestro».
Si stabilisce inoltre che «il commissario e, ove nominati, i sub commissari sono immessi nella titolarità e nel possesso delle azioni, delle quote sociali, dei cespiti aziendali e della liquidità delle società e le amministrano al fine di perseguire l'esercizio dell'attività d'impresa».
L'articolo 3 prevede infine che «il commissario o il sub commissario preposto provvede alla redazione e approvazione del bilancio di esercizio, nonché, ricorrendone presupposti, del bilancio consolidato dell'impresa soggetta a commissariamento».

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