Export extra-Ue in calo per la terza volta nel 2013. Migliora il saldo commerciale

(Reuters)

Le vendite di prodotti italiani cedono terreno ad agosto, con un calo tendenziale del 5,4%, terzo segno meno nel corso del 2013.
La frenata è tuttavia almeno in parte legata ad un calendario meno favorevole, con una giornata lavorativa in meno rispetto al 2012 e il "ponte" di ferragosto più facilmente realizzabile rispetto all'anno precedente.

Tuttavia il quadro si modifica di poco e i dati confermano la fragilità della ripresa globale, con più di un'area in calo marcato. I segnali positivi negli acquisti sono limitati ma importanti, a cominciare dal +1,7% degli Stati Uniti, dopo mesi di difficoltà. Recupero a doppia cifra anche per Cina e Mercosur mentre altrove è una lunga teoria di segni meno, spesso con cali rilevanti: la Turchia cede il 29%, l'India 19 punti, la Svizzera 24.

Il bilancio tendenziale diventa meno pesante escludendo dal calcolo l'energia, settore penalizzato anche ad agosto nel confronto annuo delle quotazioni. Tenendo conto della sola manifattura il calo si riduce così al 2,9% ma la consolazione è limitata. Perché al di là della frenata contingente, che costa nel mese 709 milioni di mancati incassi alle nostre aziende, il bilancio dei primi otto mesi dell'anno per le nostre vendite Extra-Ue è positivo di poco più di due punti, non abbastanza per innescare una qualche forma di ripresa nel paese, forse neppure sufficiente (i dati di agosto arriveranno tra qualche giorno) per bilanciare la maggiore debolezza dei paesi europei. Già a luglio il bilancio globale del nostro export era positivo di appena lo 0,2%, ad agosto è probabile che scenda in territorio negativo.

Il calo delle quotazioni del greggio ha però il benefico effetto di ridurre drasticamente le nostre importazioni, giù del 15,4% nel mese, con un vantaggio evidente per la nostra bilancia commerciale. Il saldo è ad agosto positivo di 559 milioni a fronte di un "rosso" di 903 milioni nello stesso mese del 2012.

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