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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 06:46.
La Casa Bianca nega che sia stato programmato un colloquio vero e proprio, ma non esclude la possibilità di un incontro e di uno scambio tra Barack Obama e il nuovo presidente iraniano Hassan Rohani, entrambi impegnati oggi all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Anche solo una stretta di mano avrebbe un'importanza storica: l'aspettativa è nata dalle lettere che i due presidenti si sono scambiati nelle scorse settimane, dai toni concilianti emersi dalle dichiarazioni di Rohani sul programma nucleare iraniano e, da parte di Obama, sulla possibilità di un dialogo con un uomo che sembra segnare uno stacco con il regime precedente.
Se il "faccia a faccia" tra Obama e Rohani sarà il grande interrogativo di oggi, una certezza sarà l'incontro tra il segretario di Stato americano, John Kerry, e il nuovo ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Zarif. Comunque anche questo un segno di svolta: gli Stati Uniti hanno interrotto le relazioni diplomatiche con Teheran dal 1980. L'incontro è stato reso possibile dalla disponibilità iraniana a riprendere i colloqui con il cosiddetto "5+1", i 5 Paesi del Consiglio di Sicurezza Onu che con la Germania seguono la questione del nucleare iraniano. Zaif ha accettato di partecipare alla discussione in agenda giovedì prossimo.
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