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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2013 alle ore 21:47.

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(Ansa)(Ansa)

Due mesi di custodia cautelare per Cristian D'Alessandro e gli altri attivisti di Greenpeace agli arresti a Murmansk: è la decisione presa dalle autorità russe che dopo aver fermato i partecipanti a un'azione di protesta contro le trivellazioni nell'Artico russo, intendono processarli per «sospetta pirateria». Accusa che perfino il presidente Vladimir Putin ha ritenuto fuori luogo, pur ribadendo che il gruppo è perseguibile per aver infranto la legge.

I fatti risalgono al 18 settembre scorso, quando due attivisti hanno tentato di scalare la piattaforma petrolifera di Gazprom Prirazlomnoje, nel mar di Pechora: parte della zona in cui il monopolio russo del gas e Rosneft stanno avviando progetti di esplorazione insieme a partner stranieri, tra cui ExxonMobil ed Eni. Secondo Greenpeace, lo sfruttamento energetico dell'Artico minaccia una delle più grandi riserve naturali al mondo. Per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, in agosto il rompighiaccio dell'organizzazione ambientalista Arctic Sunrise - con a bordo una trentina di attivisti - è entrato in acque russe, senza fermarsi di fronte all'altolà di Mosca e delle sue guardie costiere.

Fermati il 19 settembre da agenti dei servizi di sicurezza russi, gli attivisti sono sbarcati mercoledì a Murmansk, il porto dove ha sede la Flotta settentrionale russa. I giudici hanno negato la libertà su cauzione: per l'accusa di pirateria si rischiano pene fino a 15 anni di reclusione. «Siamo seriamente preoccupati», ha commentato il direttore esecutivo di Greenpeace, John Sauven. Tra le persone in arresto è il capitano della nave, l'americano Pete Willcox, e attivisti di diversi Paesi tra cui D'Alessandro, napoletano di 32 anni. E poi francesi, canadesi, svizzeri, neozelandesi, britannici e russi: a bordo dell'Arctic Sunrise erano presenti 30 persone. «Questa vicenda riguarda 19 Paesi - commenta per Bloomberg Vladimir Chuprov, responsabile del programma energia del ramo russo di Greenpeace - nel contesto delle relazioni non troppo buone con l'Unione europea, tutto questo non è molto utile alla Russia. Non è quello di cui Vladimir Putin ha bisogno».

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