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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2013 alle ore 16:54.

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Schiarita per Riva Acciaio: da lunedì stabilimenti riaperti. Sblocco su crediti e conti

Schiarita dopo dieci giorni di tensione. Lunedì riaprono i 7 stabilimenti del Nord di Riva Acciaio e in 1400 tornano al lavoro. Oltre cinque ore di confronto oggi a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, hanno infatti permesso di trovare un accordo sul punto più spinoso: l'uso della liquidità. Sia quella bloccata dal sequestro, sia quella che affluirà al gruppo in base ai crediti esistenti. Decisivi si sono rivelati sia la mediazione del ministro Flavio Zanonato che un nuovo intervento del gip di Taranto, Patrizia Todisco, che ha firmato il sequestro di conti e beni del gruppo Riva nell'ambito dell'inchiesta sui danni ambientali dell'Ilva di Taranto. In sostanza, per i crediti si è concordato che man mano che diverranno liquidità, saranno finalizzati al prosieguo dell'attività delle aziende di Riva Acciaio.

Confermato, quindi, che i crediti non saranno oggetto di sequestro così come lo stesso gip aveva detto nei giorni scorsi. Invece per i soldi già sequestrati in quanto trovati dalla Guardia di Finanza sui conti correnti, circa 60 milioni, si è concordato che siano anch'essi finalizzati all'operatività aziendale ma accompagnati da un piano di accantonamento di pari importo che il gruppo Riva predisporrà nei prossimi giorni.

Proprio sui 60 milioni il custode-amministratore giudiziario Mario Tagarelli, nominato dal gip, aveva scritto a Riva Acciaio dicendo che questi soldi potevano sì essere impiegati nelle aziende - e lo avrebbe fatto lo stesso custode-amministratore giudiziario - ma a condizione che la stessa Riva Acciaio assicurasse "la restituzione all'amministrazione giudiziaria a mezzo di idonee garanzie (ad esempio, polizza fideiussoria o altro strumento equipollente) o attraverso altre modalità e forme di rientro progressivo che verranno proposte dal medesimo amministratore".

Riva Acciaio ha subito contestato questa proposta affermando che un'azienda con i conti e i beni sequestrati, difficilmente avrebbe ottenuto una fideiussione dalla banca. Chiariti però meglio i termini della questione e data assicurazione sui crediti ancora da riscuotere, il percorso è diventato meno complicato e così, col beneplacito di tre banche - Intesa San Paolo, Unicredit e Banco Popolare -, alla fine l'accordo è arrivato. Adesso gli stabilimenti di Riva Acciaio riaprono lunedì, una notizia che è stata salutata con entusiasmo dai lavoratori del sito di Verona in attesa oggi di notizie da Roma. E di accordo "molto positivo" perchè ripartono la produzione e il lavoro parla il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Anche Bruno Ferrante, che al tavolo ha rappresentato Riva Acciaio insieme all'amministratore unico Cesare Riva, parla di incontro "utile e positivo" perchè ha permesso di chiarire aspetti che sino a stamattina non lo erano.

"Grazie al risultato fondamentale raggiunto oggi - commenta il ministro Zanonato - da lunedì 1400 lavoratori potranno tornare al posto di lavoro. Abbiamo lavorato in questi giorni con grande impegno e determinazione per conseguire quest'obiettivo. Continueremo a monitorare e a seguire la situazione per assicurarci che sia preservata la continuità produttiva".

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