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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 08:25.

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ROMA
La cricca del G8 della Maddalena è stata rinviata a giudizio. Il gup (giudice dell'udienza preliminare) di Roma, Massimo Di Lauro, ha deciso che vengano sottoposti a processo 18 imputati: ci sono, tra gli altri, l'ex capo della protezione civile, Guido Bertolaso, gli imprenditori Diego e Daniele Anemone, l'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci. Ma ci sono anche l'ex commissario straordinario ai mondiali di nuoto DI Roma 2009, Claudio Rinaldi, il funzionario pubblico Mauro Della Giovampaola, l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis.
Il processo comincerà il 20 gennaio dell'anno prossimo davanti all'ottava sezione penale del tribunale della capitale. Vengono contestati anche i reati di associazione per delinquere e corruzione. L'indagine sulla cricca era nata a Firenze nel 2010 da una costola dell'inchiesta sulla costruzione della scuola marescialli dell'Arma; poi fu trasferita a Perugia e, infine, inviata alla procura di Roma per competenza. Il gup Di Lauro ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri Roberto Felici e Ilaria Calò, titolari del fascicolo che rappresenta uno dei numerosi procedimenti nati sulle irregolarità intorno all'aggiudicazione dei lavori per le opere del 2010.
L'impianto accusatorio ha definito la condotta di Bertolaso – che ha sempre sostenuto di essersi comportato in modo corretto – illecita per il reato di corruzione. Secondo i sostituti procuratori di piazzale Clodio l'ex numero uno della protezione civile Bertolaso, nella veste di pubblico ufficiale, avrebbe favorito l'imprenditore Anemone in cambio di denaro e favori. Dopo l'udienza Bertolaso ha lasciato la cittadella giudiziaria di Roma senza voler fare dichiarazioni ai cronisti.
A Balducci e Anemone, oltre a diversi episodi di corruzione, viene contestata – insieme ad altri 12 imputati – l'associazione per delinquere. Nel mirino delle indagini, svolte fin dall'inizio dai carabinieri del Ros (raggruppamento operativo speciale), ci sono una serie di opere pubbliche e di appalti realizzati per il G8 della Maddalena e i 150 anni dell'unità d'Italia. Il processo, in particolare, ruota intorno alla figura del costruttore Diego Anemone. Le imprese del suo gruppo, secondo l'accusa degli inquirenti, sono riuscite ad aggiudicarsi appalti pubblici nell'arco di un decennio pari a circa 300 milioni di euro, compresi appunto il G8 sull'isola della Maddalena, i mondiali di nuoto del 2009 e le celebrazioni per il 150esimo dell'unità d'Italia.
Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di avere fatto parte di un «sistema gelatinoso» – fu l'espressione utilizzata fin dall'inizio dagli inquirenti della procura di Firenze e ufficializzata nella prima ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari – in grado di condizionare l'assegnazione di alcuni dei lavori pubblici più importanti degli ultimi anni.
La vicenda giudiziaria sul G8 e la cosiddetta cricca è rappresentata da tappe che si succedono periodicamente dal 2010. Nel maggio scorso la Guardia di Finanza ha sequestrato beni a Balducci e Anemone per 16 milioni di euro, come le quote del Salaria Sport Village, 26 tra immobili di pregio e terreni tra Roma, Siena e Belluno, tra cui la villa di Montepulciano di Balducci, e 11 conti correnti. Le indagini, svolte dal nucleo di polizia tributaria di Roma e coordinate dalla procura della Repubblica, hanno riguardato i flussi di denaro provenienti da appalti di opere pubbliche relative ai Grandi eventi che, dopo essere transitati sui conti correnti intestati alla Medea progetti e consulenze Srl (società riconducibili al gruppo Anemone), sono stati dirottati a una società di produzione cinematografica che poteva essere ricondotta, a sua volta, alle famiglie Anemone-Balducci (la Edelweiss production) per la produzione di film dove aveva il ruolo d'attore anche Lorenzo Balducci, figlio dell'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici.
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