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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2013 alle ore 08:25.

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MILANO
Diciassette milioni di euro, di cui un milione a titolo di pena pecuniaria e altri 16 in immobili messi a disposizione per la confisca. La Fondazione Maugeri, coinvolta nello scandalo giudiziario sulla sanità lombarda che vede indagato l'ex presidente Roberto Formigoni, patteggia così la sua uscita dall'inchiesta, con un concordato sottoscritto con la procura di Milano e ratificato ieri al gip Andrea Ghinetti.
La casa di cura di Pavia era stata indagata un anno fa dalla procura di Milano in base alle norme sulla responsabilità amministrativa (Dlgs 231/2001) per associazione per delinquere e corruzione. Anche Formigoni è stato accusato di questi reati e tra due giorni, con altri 11 imputati, sarà davanti al gup Cristina Mannocci per l'inizio dell'udienza preliminare.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la Maugeri avrebbe beneficiato di circa 70 milioni di denaro pubblico attraverso le cosiddette "funzioni non tariffabili", cioè assegni che in Lombardia possono ottenere le cliniche sanitarie sulla base di criteri non definiti in modo netto, ma sulle quali ogni anno la giunta può pronunciarsi in base a generici parametri di ricerca e competenza. Per la procura i finanziamenti alla Maugeri sarebbero stati garantiti in modo arbitrario, utilizzando le maglie larghe della legge regionale, proprio per volontà di Formigoni (oltre che dei vertici della struttura sanitaria del Pirellone), che avrebbe così ricompensato alcuni lobbisti della Maugeri (tra cui Pierangelo Daccò, già condannato per il crack del San Raffaele) dei favori fatti. Si parla principalmente di costose vacanze alle Maldive e di altri regali, praticamente assimilabili a tangenti. Tesi ovviamente respinta dall'ex governatore, che sottolinea sempre come «nessun euro della Regione sia mai andato sprecato».
Tornando al patteggiamento, secondo la procura i 16 milioni in immobili coincidono con parte del profitto dei reati di associazione a delinquere e corruzione, di cui rispondono gli ex dirigenti e i consulenti del gruppo ospedaliero, tra i quali l'ex direttore amministrativo Costantino Passerino e l'ex presidente Umberto Maugeri. Anche loro, così come altri indagati, hanno concordato i patteggiamenti che saranno ratificati dopo gli interrogatori in udienza preliminare.
La Giunta regionale della Lombardia, presieduta da Roberto Maroni, ha intanto approvato all'unanimità la richiesta di costituzione di parte civile in vista dell'udienza di lunedì. La Giunta Maroni, come si legge nella delibera pubblicata ieri sul sito della Regione, ha dato mandato all'avvocato Domenico Aiello. Le indiscrezioni dei giorni scorsi riportate da Repubblica sono state dunque confermate.
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