Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2013 alle ore 08:35.


«Organizzazione criminale». Con questa pesantissima accusa la magistratura greca ha fatto scattare alle prime luci dell'alba una maxi retata dei reparti antiterrorismo con 36 mandati di arresto per i membri di Alba dorata, il partito neo-nazista greco che è stato completamente decapitato. Sono finiti in manette il capo carismatico Nikos Michaloliakos, quattro parlamentari e i quadri dirigenti del partito. L'accusa di organizzazione criminale consente l'arresto dei deputati senza la previa autorizzazione parlamentare. Era dal 1974, anno della caduta della giunta dei colonnelli, che non venivano arrestati leader di partiti e deputati in Grecia.
A far scattare gli arresti in quello che rischia di trasformarsi in un nuovo fronte caldissimo - con duecento simpatizzanti di Alba dorata sotto la sede della polizia per protesta contro gli arresti - c'è il coinvolgimento della direzione del partito nell'omicidio del rapper di sinistra Pavlos Fyssas, 34 anni. Una dolorosa vicenda che all'inizio era sembrato un episodio fortuito, nato da un diverbio sportivo poi degenerato in rissa, ma che dopo la localizzazione dei telefonini dei dirigenti di Alba dorata si era scoperto essersi trattato di un vero e proprio agguato premeditato al cantante di sinistra che veniva ucciso con due pugnalate al cuore. Per molti greci, gli xenofobi di Alba dorata avevano superato la linea rossa uccidendo un greco. L'ammissione di colpevolezza dell'omicida, il neo-nazi Georgos Roupakias, non ha fermato le indagini che si sono estese. Si è parlato di informative dei servizi segreti greci e del Mossad, al centro di un summit tra il ministro della Difesa Avramopulos e il rappresentante degli Interni Dendias che ha rinviato un viaggio in Italia. Poi sono arrivati i cambi improvvisi al vertice delle forze dell'ordine, con le dimissioni "per motivi personali" che hanno dato i due ex numeri due della sicurezza nazionale, il coordinatore per la Grecia centrale e quello per l'area del sud. Allontanamenti fatti in tutta fretta per incapacità o per possibili connivenze con gli estremisti? Mistero. Si è parlato anche di campi paramilitari tenuti da esponenti di Alba dorata per istruire i suoi seguaci all'uso delle armi mentre il giornale Prothema, che aveva pubblicato le foto del rapper morente, veniva devastato nella notte. Infine un documento firmato "Confraternita degli ufficiali e dei soldati riservisti delle Forze Speciali" (Keed, un sindacato di ex militari) chiedeva le dimissioni del governo. Segnali inquietanti.
Comunque - ha tentato di assicurare il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, alle prese con la troika - «la maxi retata di esponenti di Chrysi Avgì (Alba Dorata) non rischia di destabilizzare il paese». Precisazioni importanti perché proprio venerdì, Michaloliakos, il leader di Alba dorata arrestato, aveva minacciato le dimissioni in massa dei suoi 18 deputati dal Parlamento per costringere Atene alle urne anticipate. Mossa destabilizzante in un momento così delicato anche se alcuni commentatori pensano che il premier Antonis Samaras, oggi in visita in Israele, sia tentato di ricorrere alle urne per recuperare proprio i voti di Alba dorata che dopo l'assassinio è precipitata nei sondaggi dal 15% al 6 per cento.
Con Michaloliakos, nella cui casa la polizia ha trovato tre pistole non denunciate, sono stati arrestati anche i deputati Ilias Panagiotaros e Ioannis Lagos oltre a Nikos Patelis, capo della sezione del partito di Nikeia, il quartiere della capitale dove è stato ucciso Pavlos Fyssas. Ricercati anche i due deputati Christos Pappas e Nichos Michos e alcuni funzionari di polizia che sarebbero stati conniventi con i neo-nazi. La crisi, da economica, si sta trasformando in crisi politica ed istituzionale.
v.darold@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi