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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2013 alle ore 17:14.

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Il presidente del Barcellona, Sandro Rosell (AFP Photo)Il presidente del Barcellona, Sandro Rosell (AFP Photo)

Anche il Barcellona ha potuto tirare un sospiro di sollievo con il ritiro della sfiducia nei confronti del presidente Sandro Rosell. Il gruppo di soci dei "blaugrana" che contesta il presidente riunito nella piattaforma "GO Barcelona", non presenterà più la mozione di sfiducia, come annunciato ieri, perché non è in grado di raccogliere nel tempo previsto (due settimane) il 15 per cento delle firme necessarie. Lo hanno annunciato due rappresentanti di "Go Barcelona", Joan Arnés e Jordi Cases, in una conferenza stampa nella quale hanno ribadito le accuse all'attuale vertice, accusato di "giocare sporco".

La piattaforma si era basata sullo statuto del Barca che prevede un limite minimo del 5% dei soci (quindi, almeno 6mila firme) per presentare una mozione di sfiducia, ma ieri sera - hanno spiegato - è stato comunicato loro che occorre il 15%, come prevede un decreto legislativo (il n.58/2010), che sarà fatto proprio dal Barcellona nell'assemblea del 5 ottobre. "Una sveltina - hanno commentato - che non ci permette di presentare in tempo la mozione".

Joan Arnés e Jordi Cases hanno accusato Rosell e altri alti dirigenti - tra i quali i vicepresidenti Josep Maria Bartomeu e Jordi Javier Faus, e Toni Freixa - di aver mentito all'assemblea in merito al vero contratto del maggiore sponsor (la Qatar Airlines) e di avere conflitti di interesse per alcune attività del Barca legate a quelle di società riconducibili ai dirigenti dei quali si chiedeva la sfiducia. Praticamente hanno accusato Rosell e gli altri di curare, attraverso il Barcellona, i loro interessi personali.

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