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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2013 alle ore 11:27.

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Ulisse Di Giacomo (Imagoeconomica)Ulisse Di Giacomo (Imagoeconomica)

In una giornata che si preannuncia piatta nonostante le attese - l'udienza pubblica della Giunta per le elezioni durata solo un'ora, l'assenza ai lavori del Cavaliere e dei suoi difensori, il clima da verdetto annunciato - sotto i riflettori finisce lui, Ulisse Di Giacomo, storico coordinatore molisano prima di Forza Italia e poi del Pdl, il primo dei non eletti nella regione che dovrebbe subentrare a Silvio Berlusconi al Senato, dopo la decadenza. Notevole, già alla vigilia, il suo riposizionamento in vista del verdetto della Giunta e dei nuovi assetti seguiti alla fiducia a Letta: «Il PdL è morto».

La battaglia contro «gli interessi personali di una sola persona»
«Quello che è rimasto» del centrodestra «è irresponsabilità ai limiti dell'eversione», scriveva ieri sera sul suo profilo Facebook preannunciando per oggi in Giunta la difesa «della legalità e dello stato di diritto contro gli interessi personali di una sola persona» e l'intenzione di non aderire a Forza Italia: «Resto nel campo dei moderati».

La scelta del gruppo parlamentare: «attendo che qualcuno mi interpelli»
Di oggi invece l'intervista (al "Messaggero") in cui Di Giacomo spiega la sua linea attendista. Al Senato, sottolinea, «mi limiterò a rappresentare il Molise, questo è il mio dovere». In quale gruppo parlamentare? «Vedremo. Io attendo ancora che qualcuno mi interpelli per sapere quali sono le mie intenzioni». Certo è l'allontanamento dal Pdl, di cui «negli ultimi due mesi non ho compreso né condiviso il percorso, né «le posizioni estremistiche che non fanno parte del nostro dna». Ma un approdo in vista c'è, e si chiama Letta: «In tempi non sospetti», ricorda, «avevo già dichiarato che, se fossi entrato in Parlamento, avrei sostenuto il Governo Letta perché la situazione del Paese è tale che non possiamo permetterci il lusso di una crisi».

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