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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2013 alle ore 21:30.

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Carlo Mazzone, Carletto per gli amici che lo stimano da tempi non sospetti, è fatto così. Regalagli un sorriso e lui in cambio te ne passa due, anche quando è chiamato a dire la sua su argomenti che gli stanno un po' stretti per affinità e tradizione. L'ex tecnico di un paio di generazioni di calciatori non ha mai smesso di seguire le vicende della "sua" Roma, la squadra per la quale ha sempre fatto il tifo e che ha allenato dal 1993 al 1996. I giallorossi sono in testa alla classifica della Serie A con sei vittorie in sei partite. Numeri da brividi per un traguardo storico, straordinario e a onor del vero inatteso. Mazzone vede lungo, Mazzone sa. La Roma ha in mano ottime carte. La più importante? Sempre la stessa, Totti.

La convince la nuova Roma di Garcia?
"Per quello che è riuscita a fare finora, merita rispetto e stima. Senz'altro. Ha ottenuto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti giocando un buon calcio e questo è importante, perché alle volte si vince senza meriti particolari. Nel caso dei giallorossi, si vede che c'è un'idea, un progetto. E bisogna dire che i giocatori più rappresentativi sono in grande condizione. A cominciare dal mio pupillo, Francesco Totti".

Ecco, Totti, nei giorni scorsi ha firmato il rinnovo fino al 2016. Qual è il segreto della sua longevità calcistica?
"Madre natura. Bisogna fare dei riconoscimenti enormi ai suoi genitori, che gli hanno regalato un fisico straordinario e pure quella ferocia e quella determinazione che gli permettono di fare ancora la differenza. Ha scelto di rimanere nella sua città fino in fondo. E' un campione".

L'ex presidente del club Rosella Sensi ha detto ieri che la Roma di Garcia le ricorda quella di Spalletti. Trova anche lei delle analogie?
"Domanda difficile. Forse Spalletti curava più la fase difensiva? Mentre la Roma di Garcia è più offensiva? Rispondo con altre domande perché faccio fatica a chiudere l'argomento in modo definitivo. Ognuno la vede un po' come vuole".

Gervinho, Strootman. Ljajic, Benatia, Maicon, De Sanctis. Chi avrebbe voluto nella sua Roma?
"Non voglio fare preferenze. Sono soddisfatto dei giocatori che ho avuto la fortuna di allenare. E di lanciare. Cosa vogliamo dire di un certo Francesco Totti? Mica poco, ragazzi".

Si aspettava di vedere in giallorosso un Maicon ancora così propositivo?
"E' sempre stato un buon giocatore. Ha avuto una flessione di rendimento e alcuni infortuni, ma adesso sta ritornando ai suoi livelli. Gli mando un affettuoso abbraccio e gli faccio i miei più sinceri complimenti".

Nelle prime sei giornate di campionato, Daniele De Rossi è stato spesso tra i migliori in campo. Non crede che nella precedente stagione sia stato oggetto di critiche negative eccessive da parte della tifoseria giallorossa?
"Chi mi conosce sa benissimo che a Carlo Mazzone gli si può rimproverare tutto tranne che fare il furbo. Questo per dire che onestamente non saprei cosa dire su questo argomento, perché non ho vissuto da vicino quanto è successo. Probabilmente, nella scorsa stagione De Rossi non era quello che ha sempre dimostrato di essere, vale a dire un grande giocatore. Daniele è importantissimo per il calcio italiano e ovviamente per la Roma".

Domani sera i giallorossi fanno tappa a Milano per giocare con l'Inter. La settima vittoria di fila è possibile?
"Certo che sì, ma riconosco le qualità tecniche dell'Inter. Sarà sicuramente una partita brillantissima e di grande equilibri. Forse verrà decisa da episodi e dallo stato di forma di alcuni giocatori. Una gara da 1X2. Facciamo così, io accetto un pareggio, via".

Dalla Roma alla Nazionale. E' d'accordo con la scelta di Prandelli di convocare Balotelli dopo la pesante squalifica rimediata dal giocatore a San Siro contro il Napoli?
"Le dirò, nella mia carriera di allenatore, tutti i giocatori un po' capricciosi li ho sempre affrontati con l'idea di migliorarli fuori e dentro il campo. Onestamente, Balotelli, 'se deve dà 'na regolata' e glielo dico alla romana. E' vero che il destino gli ha fatto passare tante brutte cose, però questo non può giustificare il fatto che continui a prendere posizioni poco simpatiche. Deve fare il salto di qualità per occuparsi solo di calcio, perché lo sa fare e pure bene. E' un grande campione, ma se continua così rischia di diventare più antipatico di quello che dicono. Mi sento molto legato a lui, credo sia un ragazzo che abbia bisogno di un sostegno morale, ma lui deve essere il primo ad aiutarsi. Se riesce a non esagerare nei suoi comportamenti, è uno dei migliori giocatori in circolazione. A mio parere, Prandelli ha fatto bene a convocarlo. Penso che il ct della Nazionale abbia il mio stesso approccio nei confronti del ragazzo. E' un calciatore importantissimo, può fare la differenza in qualsiasi partita".

Fosse un suo giocatore, come si comporterebbe?
"Gli avrei parlato, come facevo con tutti i miei giocatori. Io parlavo molto. Di tutto. E davo pochi rimproveri e pochissime sanzioni. Balotelli ha bisogno di un affetto particolare che Prandelli sono sicuro gli sappia dare. Il ct è uno dei migliori allenatori in Italia sul piano umano. Dai, Mario, contiamo su di te, fai il bravo".

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