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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2013 alle ore 06:40.

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ROMA
Parte il confronto tra governo e parti sociali in vista della legge di stabilità. Si inizia lunedì alle 18.30 con i sindacati, convocati a Palazzo Chigi dal premier Enrico Letta, mentre martedì pomeriggio sarà la volta del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, mercoledì di Rete Imprese Italia, con la delegazione guidata dal presidente Ivan Malavasi.
Cgil, Cisl e Uil si attendono dalla legge di stabilità una riduzione del carico fiscale che grava sul lavoro, per iniziare un'inversione di tendenza dopo anni di politiche recessive. Al presidente del Consiglio i tre leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, lunedì prossimo rilanceranno le richieste contenute nel documento firmato con Confindustria lo scorso 2 settembre a Genova, a partire da un'effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, all'abbattimento fiscale alle imprese collegato agli investimenti e all'occupazione. Allo stesso tempo, secondo i sindacati, vanno affrontate alcune emergenze con il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della Pubblica amministrazione, della scuola e della ricerca.
A farsi portavoce della preoccupazione che «la finanziaria possa andare in Parlamento senza essere stata discussa con i sindacati», o essere solo un «esercizio di ragioneria» è stata Susanna Camusso che ieri mattina (prima della chiamata da Palazzo Chigi) sollecitava un incontro con il premier, dal palco della manifestazione nazionale a sostegno della siderurgia che si è svolta a Piombino, alla presenza dei segretari generali dei tre sindacati. «Continuiamo a pensare, dopo la fiducia che l'Esecutivo ha ricevuto in Parlamento – ha detto la leader della Cgil – che il tema del Paese sia quello di un governo che faccia le scelte necessarie. Per questo continueremo ad insistere affinché la legge di stabilità abbia al centro la restituzione fiscale al lavoro dipendente e alle imprese». Susanna Camusso sollecita un intervento fiscale selettivo: «Noi non siamo per un generico taglio delle tasse - ha aggiunto - ma per una diversa distribuzione del carico fiscale, per consentire ai lavoratori e ai pensionati di stare meglio e far ripartire i consumi. Servono, inoltre, provvedimenti di politica industriale. Ogni giorno che passa perdiamo una grande impresa, abbiamo difficoltà in molti settori, non è possibile continuare a non affrontarle, non avere un'idea di come si tira fuori il Paese dalla crisi».
Raffaele Bonanni invita a non ignorare gli «importanti segnali» arrivati dal Parlamento, con la fiducia al governo Letta: «Quella è stata una bella pagina, è accaduto qualcosa che rende più chiaro il quadro politico della vicenda e quindi più facile fare delle scelte». Il leader della Cisl indica tre priorità: la prima «è il taglio delle tasse che sono troppo alte, poi chiediamo che nella spesa pubblica si evitino sprechi e ruberie, inoltre bisogna concentrarsi sull'industria».
Scampato il pericolo di una crisi istituzionale che avrebbe avuto pesanti ripercussioni sull'economia, il sindacato non intende firmare alcuna cambiale in bianco con il governo Letta, avverte Luigi Angeletti: «Il governo deve cambiare la politica economica o bisogna cambiare l'Esecutivo a prescindere da Berlusconi». Del resto Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato per i mese di ottobre un'assemblea nazionale unitaria dei quadri per valutare l'andamento del confronto con il governo e decidere quali iniziative adottare.
La prossima settimana, dopo i sindacati, saranno le imprese a varcare il portone di palazzo Chigi. Alleanza delle cooperative sollecita una convocazione.
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Per Cgil, Cisl e Uil con la legge di stabilità va garantita un'effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, una riduzione fiscale alle imprese collegata agli investimenti e all'occupazione
Cig e precari
occorre il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della Pubblica amministrazione, della scuola e della ricerca

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