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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2013 alle ore 07:31.

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La strada di ingresso al Comune di CollobianoLa strada di ingresso al Comune di Collobiano

«Come sarebbe a dire perché, perché so che è un mio dovere». Il signor Franco si toglie i guanti e smette per un attimo di armeggiare al grande essiccatoio da riso che troneggia alle sue spalle. La nostra domanda lo sorprende, il canone Rai lo paga da sempre. Ma qui in paese, in fondo, non è certo una notizia.
Perché Collobiano, immerso tra le risaie e le rogge del vercellese, è l'unico comune italiano in cui a onorare gli impegni verso l'Erario e Viale Mazzini sono proprio tutti, il 100% delle famiglie, senza eccezioni.
Certo, i numeri sono ridotti, poco meno di un centinaio di anime in costante riduzione negli anni, ma con dimensioni analoghe, anche nella stessa provincia, si trovano tassi di fedeltà fiscale di gran lunga inferiori. Scorrere i dati degli abbonamenti Rai, Comune per Comune, è una sorta di corso accelerato all'interno del Paese, per conoscerne i suoi livelli di povertà, il suo senso civico, o piuttosto la mancanza di questo.

In media il 2013 per la Rai è stato un anno positivo, e per la prima volta dal 2004 il livello degli abbonamenti in rapporto alla popolazione torna a crescere, arrivando al 73,96% delle famiglie soggette a canone. Una media costruita però almeno da tre realtà diverse. Nelle regioni virtuose, guidate da Toscana e Friuli-Venezia Giulia, i "regolari" superano di slancio l'80%, mentre nel resto del Nord e in molte regioni del centro-Sud si supera comunque il 70% del totale.

Ferrara, Rovigo, Livorno, Pisa e Pistoia sono le cinque province "top" per fedeltà fiscale alla Rai, con quote di abbonati superiori all'85% e singoli comuni che arrivano a sfiorare il record di Collobiano, ad una manciata di decimali dal 100%.

Il vero buco nero si concentra in tre regioni, Campania, Sicilia e Calabria, dove gli iscritti sono in media sei su dieci, con alcune province, tra cui Catania, Crotone, Napoli e Palermo, in cui la percentuale scende anche al di sotto del 50%. In pratica una famiglia su due non dichiara il possesso del televisore, con "abissi" fino al 90% di evasione in alcuni comuni del casertano.

A questa forma di evasione "totale", che come si è detto nel 2013 è stata comunque in leggera riduzione per la prima volta dal 2004 (mentre in valore assoluto gli abbonati Rai crescono ininterrottamente dal 1999), si aggiunge però il problema della morosità, di coloro cioè che pur risultando abbonati non pagano. Crisi economica e aumento della disoccupazione hanno fatto lievitare la quota di "morosi" di poco meno di un punto fino a sfiorare il 7% degli abbonati. E a fronte di una tenuta sostanziale del Nord è ancora una volta il Sud a mostrare i dati peggiori, con un aumento dei "morosi" nell'ordine di oltre due punti di quota.

Le entrate, rispetto all'anno precedente, sono sostanzialmente in linea, anche per il ritocco dell'importo a 113,5 euro (da 112) ma resta ampia la quota mancante legata all'evasione. Gli abbonamenti privati sono infatti pari nel 2012 a 16,8 milioni (a cui si aggiungono 270mila abbonamenti speciali per le società e gli esercizi commerciali), che salirebbero però di 5,9 milioni di unità se tutte le famiglie soggette a canone dichiarassero il possesso del televisore. E se l'Italia fosse Collobiano, con evasione pari a zero e pagamenti puntuali, l'incasso aggiuntivo supererebbe gli 800 milioni di euro.

«Cosa vuole – sospira Gloria – titolare dell'unico negozio del paese, bar, tabacchi, alimentari, trattoria ma anche luogo di welfare aggiuntivo in cui lasciare un anziano per qualche ora se non si sa come assisterlo – il dovere è dovere, me lo ha insegnato mio padre». Sarebbe bene studiare e capire perché in questa manciata di case sparse attorno alla provinciale, tra agricoltori che iniziano a mietere il riso e cacciatori che infilano il fucile nella rastrelliera del bar prima del caffè, l'evasione sia un fatto ignoto. O quasi perché «sulla tassa dei rifiuti si può migliorare», aggiunge sorridendo il sindaco Claudia Mognato.

«Economicamente stiamo tutti bene – confessa Giorgio, mentre lascia il paese in macchina – e i soldi non mancano». Di Ferrari però non ne vediamo, e neppure borse griffate o finiture di lusso nelle case. Forse è più semplice seguire l'idea di Franco, agricoltore ottantenne che scruta il cielo con i suoi occhi chiari per capire quando iniziare la mietitura. «Siamo fatti così – ci spiega paziente – so che è un mio dovere e quindi lo faccio. Punto».

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