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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2013 alle ore 15:30.

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Da Forza Italia al Pdl, tre congressi in 19 anni - Foto

Ora che nel Pdl (o Forza Italia? l'amibiguità sul nome non è stata ancora sciolta) si torna a parlare di congresso per una resa dei conti tra le anime del partito, è interessante guardare retrospettivamente a questo istituto coniugato con la storia politica di Silvio Berlusconi. Gli archivi non sono ricchi perché in 19 anni di carriera del Cavaliere si sono svolte appena tre assise: due per Forza Italia, una per il Pdl. E si sa come sono finite: un solo candidato alla presidenza eletto per acclamazione, Berlusconi. Il quale sin dall'inizio ha fatto capire cosa ne pensasse dell'argomento: «Sarà solo un abbraccio generale», disse il Cavaliere per esempio annunciando il primo congresso di Forza Italia che fu celebrato (dopo molti rinvii, secondo una costante che si ripeterà in seguito) a quattro anni di distanza dalla celebre discesa in campo del Cavaliere, convinto che «il rito dei congressi non sia arricchente». Stavolta la storia potrebbe cambiare.

«Falchi» contro «colombe» anche nel '97
Lo scontro di questi giorni tra i filo-governativi di Alfano e i lealisti di Raffaele Fitto non è un inedito assoluto. Nel lontano 1997 il confronto interno nella giovane Forza Italia, uscita sconfitta dalle elezioni vinte dal centrosinistra, non mancava: al tempo la parte dei "falchi" (ma non si chiamavano ancora così) era interpretata dal radicale Marco Taradash, dall'ex pm Tiziana Parenti e dal professor Lucio Colletti. Dall'altra parte un gruppo di parlamentari ''centristi'' (oggi le si definirebbero "colombe") che accusavano i rivali di essere ''fuori linea'' rispetto alla natura moderata di Forza Italia. Il dibattito era vivace ma i continui slittamenti del congresso (previsto inizialmente per il 27 marzo 1997, scivolato poi a giugno, rinviato all'autunno e, infine, celebrato nella primavera dell'anno successivo) lo privarono del suo naturale luogo di chiarimento. E quando Berlusconi aprì i lavori al forum di Assago di quell'acceso confronto non c'era più traccia. In due ore di intervento il Cavaliere fu interrotto solo dagli applausi e per ben 122 volte.

Sei anni tra un'assise e l'altra
Dopo quella "prima", Berlusconi annunciava un nuovo congresso già dopo appena sei mesi. Ma per vedere la replica (sempre ad Assago) bisognerà aspettare molto di più: ben sei anni. Nel frattempo, almeno in un'occasione (era l'ottobre del 2002) il Cavaliere decise di rinviare l'incontro per evitare che andassero in scena quello che lui chiamò «contrasti fisiologici» dentro il suo partito. Tra i duellanti c'era un protagonista della battaglia cominciata la scorsa settimana: Sandro Bondi duellava con l'allora responsabile Enti locali del partito Mario Valducci.

Al congresso in elicottero
«Nel nostro Paese non esiste un partito più democratico di Forza Italia e il nostro sarà un vero congresso», disse Bondi (nel frattempo promosso coordinatore nazionale) alla vigilia della kermesse del 2004. Rispetto al '97 il clima è euforico: Berlusconi, tornato al Governo, arriva in elicottero e in un discorso di 127', più da campagna elettorale (siamo alla vigilia del voto europeo) che da congresso, rilancia il programma di Governo con in testa il «taglio generalizzato delle tasse come è scritto nel contratto con gli italiani». «Il discorso di uno statista moderno» commentò Claudio Scajola. Due giorni dopo il congresso si chiude con la conferma di Berlusconi presidente, ancora una volta per acclamazione. E lui saluta con un "giro di campo" per abbracciare i delegati in platea.

La fondazione del Pdl
La storia dei congressi di Forza Italia finisce (per il momento qui) perché fino al suo scioglimento il partito non è stato più riconvocato. Il testimone passa al Popolo della libertà, fondato come si sa in modo molto originale rispetto alla tradizione politica. Su un predellino di un'auto in una piazza milanese. Quell'annuncio fu poi ratificato dal congresso fondativo che si tenne nel 2009. Secondo lo statuto del Pdl «il congresso nazionale si riunisce in via ordinaria ogni 3 anni». Ne sono passati già quattro e solo il declino politico del Cavaliere, destinato a decadere dalla carica di senatore per la condanna a quattro per frode fiscale, ha imposto di nuovo il tema. Ma c'è già chi scommette che la resa dei conti congressuale tra i suoi aspiranti successori non avverrà prima del 2014.

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