Nonni esportati in Polonia, lavori da 450 euro al mese. Le 10 (+1) crepe del modello tedesco
La Germania ha un governo più forte e meno soggetto a spallate e trabocchetti. L'economia è più solida e il popolo tedesco non si lamenta e non esterna le proprie debolezze. Ma siamo sicuri che il loro modello sia quello giusto per tutta l'Europa? Ecco le fratture, finanziarie e sociali, nascoste nella locomotiva di Frau Merkel
di Vito Lops e Luisanna Benfatto
2. Accusata di dumping salariale
«Se il modello economico tedesco è il futuro dell'Europa, dobbiamo essere tutti molto inquieti». Così sul Financial Times, Adam Posen, ex membro del comitato di politica monetaria della Bank of England. «La Germania ha ora la più elevata proporzione di lavoratori a basso salario rispetto al reddito nazionale mediano in Europa Occidentale. I salari medi sono aumentati più di inflazione e crescita della produttività lo scorso anno, per la prima volta dopo oltre un decennio di stagnazione». Senza giri di parole, quindi, Posen accusa la Germania di aver praticato da quando è entrata nell'euro una sorta di dumping sociale. È diventata più competitiva perché ha svalutato i salari. Dal 2000 al 2012, secondo l'archivio tedesco Wirtschafts- und Sozialwissenschaftlichen Instituts, i salari medi sono scesi dell'1,8%. Svalutazione che rende impossibile basare la crescita sui consumi interni, segnale di uno sviluppo più armonico e sano per un Paese.
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