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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2013 alle ore 16:41.

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Per il Cavaliere possibile sconto sulla pena

Un eventuale provvedimento di indulto gioverebbe certamente a Silvio Berlusconi. Almeno nell'immediato. E soprattutto se chiederà, come sembra sicuro, l'affidamento in prova al servizio sociale per scontare l'anno di pena che, sottratti i 3 già condonati dall'indulto del 2006, gli resta per la condanna Mediaset-diritti Tv. Un nuovo indulto, sia pure fotocopia di quello del 2006, gli consentirebbe infatti di evitare i servizi sociali in tutto o in parte, perché estinguerebbe la quota di pena "sopravvissuta" all'indulto del 2006, quindi l'anno residuo.

Tutto ciò sempre che la legge sulla clemenza sia approvata rapidamente, come peraltro sollecita il Capo dello Stato, e cioè nell'arco di 6-8 mesi, quanti ne occorrono, in media, al Tribunale di sorveglianza di Milano per decidere sulle richieste di affidamento in prova presentate da «condannati liberi sospesi», quale sarebbe anche Berlusconi. Non è affatto irrealistico: in presenza di un accordo politico forte è ragionevole pensare che i tempi di approvazione di amnistia e indulto siano rapidi, tanto più se il presupposto della clemenza sarà la necessità di rispondere alla Corte di Strasburgo. Che ci ha dato tempo fino al 28 maggio 2014 per adottare provvedimenti strutturali di sfollamento delle carceri e di riforma per evitare altre violazioni del divieto di trattamenti inumani e degradanti.

Al Tribunale di sorveglianza di Milano occorrono in media 8 mesi per istruire le richieste di affidamento in prova ai servizi sociali (informazioni all'Ufficio esecuzione, alla polizia, relazioni, colloqui, scelta del servizio sociale) e durante questo periodo il Cavaliere resterà libero. Solo dopo, se la magistratura darà via libera alla sua domanda, comincerà a scontare la pena residua (di fatto 9 mesi) con la misura alternativa. Nel frattempo, quindi, il Parlamento potrebbe approvare un indulto identico a quello del 2006, quindi senza trattamenti ad personam: sconto di tre anni sulla pena, anche per reati fiscali e contro la pubblica amministrazione, ferme restando le pene accessorie (che rientrarono, invece, nel precedente indulto del '90).

Se la clemenza arrivasse prima dell'inizio dell'affidamento in prova, Berlusconi eviterebbe del tutto i servizi sociali. Se invece arrivasse in corso d'opera, la misura alternativa finirebbe e la pena verrebbe considerata estinta. Dunque, il vantaggio è oggettivo. Certo, ci sono le altre pendenze giudiziarie, in particolare il processo Ruby dove Berlusconi è stato condannato in primo grado per prostituzione minorile e concussione per "costrizione" a 7 anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Se quella sentenza diventasse definitiva, gli effetti dell'indulto sulla condanna Mediaset verrebbero azzerati per cui il Cavaliere dovrebbe scontare l'intera pena più quella del processo Ruby. Sul "cumulo" delle due condanne, però, si applicherebbe lo "sconto" di tre anni previsto dal nuovo provvedimento di clemenza.

Ma è prematuro pensare all'esito di quel processo, su cui peserà molto la decisione che le Sezioni unite della Cassazione prenderanno il 24 ottobre sui confini della concussione, sia nella forma della costrizione che in quella, nuova, dell'induzione. Il Tribunale ha condannato Berlusconi per l'ipotesi della "costrizione", ma il reato potrebbe anche essere riqualificato come "induzione" nei gradi successivi di giudizio. O persino "scomparire" se, sulla base dei paletti fissati dalle Sezioni unite, la condotta dell'ex premier non rientrasse più nell'ambito del penalmente rilevante. Ma questa è un'altra storia, appena cominciata, e la partita è ancora aperta.

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