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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2013 alle ore 21:46.

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Strage di Bologna, Avvocatura dello Stato chiede 1 mld a Mambro e Fioravanti

Un miliardo di euro per avere danneggiato l'immagine dell'Italia, anche a livello internazionale: è la richiesta avanzata dall'Avvocatura dello Stato nei confronti di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, condannati penalmente in via definitiva nel 1995, per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Sempre proclamatisi innocenti rispetto a questa accusa, pur avendo ammesso altri delitti , Mambro e Fioravanti, devono ora rispondere in sede civile del reato di strage per il quale sono stati riconosciuti colpevoli. Grazie infatti all'accelerazione data dall'ex ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri (attuale Guardasigilli) si è giunti alla quantificazione del danno che la strage del 2 agosto ha arrecato al Paese: 1 miliardo per l'immagine di un o Stato che viveva, in quegli anni, in bilico tra logge massoniche, servizi segreti deviati, accordi poco limpidi tra certa politica e certa malavita. Un Paese che già, insomma, non brillava per limpidezza oltre confine e che con quella bomba ha visto allargarsi la macchia della diffidenza internazionale.

Al miliardo di euro, considerata già da Mambro e Fioravanti, cifra spropositata a fronte del loro patrimonio, potrebbero poi aggiungersi altri 59 milioni per i danni materiali, dovuti allo scoppio dell'ordigno nella sala d'aspetto di seconda classe, ai quali le strutture pubbliche hanno dovuto riparare (cifra che tiene conto anche della rivalutazione degli interessi).

A quanto si apprende, la coppia, avrebbe subito eccepito alla richiesta invocando la prescrizione per le contestazioni che sono loro mosse. Ma sia l'avvocatura di Stato sia l'Associazione dei parenti delle vittime con una serie di atti negli anni l'hanno evitata. Per chiedere il risarcimento dei danni ci sono infatti 10 anni di tempo dalla sentenza definitiva, cioè dalla sentenza della cassazione del 1995 sulla strage di Bologna. Ma gli avvocati dello Stato e dei parenti delle vittime hanno fatto in modo, con diffide e messe in mora, che il termine fosse spostato in avanti.

Evidentemente soddisfatto della notizia è il presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della Strage, Paolo Bolognesi (parlamentare del Pd): "Io sono molto contento che lo Stato abbia intentato la causa, ne ero stato informato: proveremo ad inserirci anche noi, magari solo alcuni di noi. Queste due persone, che hanno avuto un sacco di favori, devono sapere che lo Stato e i parenti delle vittime vogliono andare fino in fondo. Magari non otterremo niente, visto che loro si dichiarano nullatenenti come i mafiosi, ma devono sapere che Stato e parenti vogliono che loro paghino il fio. Devono risarcire le loro nefandezze".

Per completezza di informazione, alcune ombre sulla sentenza di condanna di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, sono state avanzate da più parte nel corso di questi 33 anni: tra coloro che ritengono che la coppia sia stata ingiustamente condannata c'è l'ex parlamentare di Futuro e Libertà, Enzo Raisi, che con il suo libro 'Bomba o non bomba', basato sulle risultanze della Commisione Mitrohkin, avanza una teoria diversa fondata sul cosiddetto Lodo Moro: quel patto che dalla prima metà degli anni '70 consentiva il passaggio e il deposito di armi ed esplosivi sul territorio nazionale siglato grazie alla mediazione del responsabile italiano dei servizi segreti in Medioriente (Stefano Giovannone) tra Aldo Moro e i palestinesi.

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