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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2013 alle ore 19:23.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 13:33.

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Dieci giorni di tensione a Roma, che culmineranno il 19 ottobre con il corteo dei movimenti antagonisti: il più temuto dell'anno e «a rischio di violenti infiltrati». Le forze dell'ordine sono già mobilitate e la macchina della sicurezza è in allerta. Obiettivo: cercare di evitare il bis del terribile 15 ottobre 2011.

Dopo la riunione del Comitato per la sicurezza, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha spiegato che la possibilità della presenza dei professionisti della violenza, così come successe il 15 ottobre del 2011, «esiste, ma spero che siano isolati dai promotori dell'evento e dagli altri manifestanti». Pecoraro ha anche specificato che «sugli infiltrati ci sarà massima attenzione, ci aspettiamo una manifestazione dura ma pacifica».

Ma servono rinforzi. Nella Capitale il 18 ed il 19 potrebbero arrivare oltre 4.000 uomini per far fronte agli scenari previsti, in vista dei due cortei e della partita serale Roma-Napoli. Inoltre lo spauracchio dello sciopero dei vigili proprio il 18, con la concomitanza del corteo dei Cobas e del match all'Olimpico, potrebbe complicare la situazione sul piano organizzativo.

La mobilitazione comincerà comunque domani, quando gli studenti dei licei sfileranno dalle 9 di mattina contro i tagli alla scuola, da piazza della Repubblica fino a viale Piero Gobetti. Sabato 12 ottobre alle 14, invece, è previsto il corteo, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo, «per la difesa e l'applicazione della Costituzione», annunciato da Stefano Rodotà, Maurizio Landini e Don Ciotti.

La prossima settimana, invece, una serie di 'blitz' anticiperanno le manifestazioni del 18 e del 19 ottobre, organizzate rispettivamente dai sindacati di base e dai movimenti antagonisti, compresi i No Tav. «Per il corteo del 19 ottobre ci aspettiamo una grande affluenza: tra le 10 e le 15 mila persone e forse anche di più», ha aggiunto Pecoraro dopo l'incontro del Comitato provinciale in Prefettura, nella quale si è pianificata una prima bozza della strategia per l'ordine pubblico.

Una riunione durante la quale si è registrato l'ennesimo attrito tra il Campidoglio e le forze dell'ordine. Uno scambio vivace di vedute sulla pianificazione del dispositivo di sicurezza da mettere in campo per le due giornate del 18 e del 19, considerate 'a rischiò per la capitale. Il dissidio, che ormai sembra insanabile, sarebbe solo uno delle ultime tappe di una frizione cominciata in estate tra il sindaco Marino e il questore di Roma, dopo la manifestazione contro la nuova discarica dei rifiuti che ha interrotto la cerimonia per la pedonalizzazione dei Fori alla quale partecipava la presidente della camera Laura Boldrini.

I riflettori, dunque, sono puntati soprattutto sul week-end di fuoco della prossima settimana ed un percorso già concordato con i manifestanti: per il 18 sarà da Termini a piazza San Giovanni con un concerto e l'accampamento di tende autorizzato dallo stesso Comune. Il 19 il corteo partirà proprio da piazza San Giovanni e sarà diretto a Porta Pia, sfilando probabilmente davanti a punti sensibili come il ministero dell'Economia, quello delle Infrastrutture e la Cassa depositi e prestiti. E con l'arrivo a Porta Pia, gli organizzatori già annunciano un «assedio permanente con le tende che potrebbe durare giorni».

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