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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2013 alle ore 18:08.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 13:28.

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(Corbis)(Corbis)

Con buona pace di Gutenberg, ora è la fase del «digital first». «Il processo produttivo del giornale mutuato dagli anni '70 è morto».

Non usa mezzi termini il direttore del Financial Times, Lionel Barber, per dettare la linea editoriale ai suoi giornalisti. E con una lettera, pubblicata sul sito dell'autorevole quotidiano, definisce i confini della sua rivoluzione informativa : «Un'opportunità entusiasmante ("exciting") ma anche impegnativa per tutti i giornalisti, che porta con sé un'organizzazione del lavoro diversa e un ulteriore spostamento di risorse per Ft.com». Barber non si limita a snocciolare le priorità dell'era digitale («in futuro il giornale di carta deriverà dal web e non viceversa»), entra nel dettaglio dell'organizzazione del lavoro stravolgendo completamente l'agenda cui i giornalisti, che lavorano per la carta stampata, sono abituati.

«I cambiamenti nella produzione di giornali richiederanno ulteriori cambiamenti nel metodo di lavoro - precisa - . Capisco che questa sarà una sfida per quelli che da molto tempo sono abituati a lavorare fino a tarda sera (...) ma i colleghi hanno bisogno di fare scelte consapevoli per la loro carriera sia che questa abbia luogo al Ft o altrove». Insomma, adeguarsi è d'obbligo. E poi ancora più nel dettaglio: «Avremo bisogno di spostare più risorse dalla tarda sera al pomeriggio e dal pomeriggio alla mattina. I giornalisti che scrivono dovranno concentrarsi sul digitale. E sull'online l'enfasi sarà sugli articoli piuttosto che sulle pagine delle sezioni». Quindi, Berber enuncia il teorema da cui la nuova architettura prende vita: «Il giornalismo del Financial Time deve adattarsi maggiormente a un mondo in cui i reporter e i commentatori dialogano con i lettori. Il nostro obiettivo deve essere quello di approfondire l'impegno e di soddisfare l'esigenza dei lettori ogni volta che si rivolgono a noi per le ultime notizie e le analisi di qualità».

«Non è il momento di fermarsi - conclude Barber - Ora la concorrenza si gioca tra chi meglio riesce ad adattarsi a un a uno scenario dove è normale informarsi sui pc, smartphone e tablet. Il ritmo del cambiamento, guidato dalla tecnologia, non si può fermare».

Leggi la lettera nella versione integrale

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