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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2013 alle ore 06:39.

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Ennesima accelerazione per le dismissioni immobiliari: con la norma di semplificazione contenuta nel decreto legge votato ieri possono rientrare in gioco 500 milioni di vendite, che già da subito potranno esser ceduti alla Cassa depositi e prestiti.
Questo importo, ha spiegato ieri il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, serve a risparmiare i tagli ai ministeri della Ricerca, dell'Istruzione e della Sanità e saranno «attuati in forma più o meno lineare». Gli immobili «verranno venduti alla Cassa depositi e prestiti e poi verranno gradualmente immessi sul mercato».
Una modifica normativa era necessaria proprio per consentire la cessione alla Cdp attraverso un meccanismo che permette, per il 2013, di "saltare" la cessione alla Sgr (la Invimit del Tesoro prevista dal "Decreto Grilli"). Nel 2014 dovrebbe invece riattivarsi la procedura ordinaria con la cessione alla Sgr del Tesoro che sinora, però, non è diventata operativa.
Fortunatamente nel piano industriale della Cdp era stata prevista la spesa di un miliardo proprio per investimento nel mattone pubblico attraverso il fondo Fiv (Fondo Investimenti per la Valorizzazione). La vendita sarà diretta, senza gare preventive, e l'importo complessivo (500 milioni) è relativamente basso anche perché sono tutti edifici assolutamente pronti da vendere, assicurano al Demanio.
Gli immobili interessati dalle dismissioni rapide sono quelli già valorizzati, a partire, probabilmente, da quelli inseriti nel piano di Valore Paese e Valore Paese Dimore, che avrebbero dovuto invece finire nella Invimit.
Nel testo sono comunque contenute due norme più specifiche per facilitare le dismissioni: una ha un'importanza cruciale perché nel frattempo è sopravvenuta la disposizione che impone la sanzione della nullità alle cessioni immobiliari che non vedano l'allegazione dell'Attestato di prestazione energetica.
Proprio per consentire i tempi brevi richiesti dalla situazione la norma integra le disposizioni di esonero dalla presentazione di documenti e attestazioni già previste nel procedimento di dismissione disciplinato dall'articolo 3 del decreto legge 351/2001. Il regime degli esoneri dagli oneri informativi e documentali viene infatti aggiornato, ricomprendendovi anche gli obblighi previsti a pena di nullità (cioè appunto l'Ape) intervenuti da poco.
Questa ultima disposizione, si legge nella relazione tecnica, comporta un risparmio, allo stato difficilmente quantificabile, in relazione ai costi che avrebbero dovuto essere sostenuti per l'ottenimento delle certificazione energetica e per quelli indiretti costituiti dalle risorse da impiegare per gli allineamenti catastali.
L'altra norma della "manovrina" serve a semplificare il trasferimento ai comuni degli alloggi costruiti per i profughi, rimuovendo l'ostacolo della preventiva pubblicazione di un bando locativo da parte dei comuni, per completare i trasferimenti da parte dell'Agenzia e permettere ai comuni destinatari di provvedere agli adeguamenti dell'immobile prima di procedere all'assegnazione mediante bando.
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