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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2013 alle ore 13:56.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2013 alle ore 10:00.

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(Ansa)(Ansa)

Nella crisi Alitalia molti sbandierano il tricolore, ma attenzione: "La nuova ondata di protezionismo rischia di spaventare gli investitori" e tenerli alla larga dall'Italia. Il monito viene dal Financial Times, che in un editoriale dal titolo esplicito: "Il passo falso di Letta" deplora che in Italia sia tornato in voga il "protezionismo industriale", critica il matrimonio con Poste Italiane e si interroga sulla reale volontà del premier di aprire l'Italia ai capitali esteri.

Il Ft vede un ritorno del protezionismo industriale e "non è un bel vedere", scrive il quotidiano britannico. Il takeover di Telecom Italia da parte della spagnola Telefonica – nota l'editoriale - ha scatenato appelli perché il governi blocchi l'accordo per motivi di sicurezza nazionale. Inoltre, aumentano le pressioni perché Finmeccanica resista a vendere a concorrenti asiatici due società controllate "indesiderate".

"L'Italia – sottolinea il Financial Times – ha bisogno di investimenti stranieri per porre fine alla sua profonda recessione economica, ma i politici sono troppo occupati ad avvolgersi nella bandiera per accorgersene".

Questa nuova ondata di nazionalismo economico dà il suo "peggiore esempio" nel caso Alitalia, osserva il Ft. Cinque anni fa – ricorda l'editoriale - Silvio Berlusconi si oppose al tentativo di takeover di Air France-Klm insistendo sul fatto che la linea aerea doveva restare italiana. Vendette la compagnia aerea a un gruppo di imprenditori italiani, "gran parte dei quali senza esperienza nel campo dell'aviazione". "I contribuenti sono stati opportunamente caricati del pesante debito Alitalia".

Il piano però ha fallito nell'intento di riportare la compagnia in buona salute. "Alitalia è di nuovo sull'orlo della bancarotta". Il governo - avverte il Ft – "ha scelto di ripetere lo stesso errore del 2008, escogitando una soluzione che manterrebbe la compagnia in mani italiane". Poste Italiane porterà 75 milioni di euro di nuovo capitale.

"La logica industriale dietro questo matrimonio è sconcertante", afferma l'editoriale. Secondo il Ft "non ci sono ovvie sinergie tra una compagnia aerea e un operatore postale" e poiché Poste Italiane appartiene al governo, "il piano puzza di aiuto di Stato". L'accordo, continua il Ft, non inietterà alcun know-how che aiuti Alitalia a decollare.

"Una soluzione migliore sarebbe quella di vendere la compagnia a una linea aerea straniera", sostiene il Financial Times. "Air France-Klm, che detiene il 25% del capitale, è un'opzione". Il gruppo franco-olandese, aggiunge il Ft, sta "comprensibilmente" tenendo le carte coperte perché non vuole essere trascinato in un salvataggio che comporti ulteriori perdite.

Per il quotidiano della City, il risorgere del nazionalismo in affari "getta un'ombra sulla sincerità di Enrico Letta". Il primo ministro italiano – fa notare il Ft – ha ripetuto più volte di volere che l'Italia attragga più capitali esteri. Il suo governo ha approvato un pacchetto chiamato "Destinazione Italia" per attirare gli investitori stranieri con promesse di incentivi fiscali e minore burocrazia. Letta ha fatto lui stesso un tour negli Usa per "strombazzare" il piano.

"La strategia di Roma per Alitalia manda messaggio contraddittorio", conclude l'editoriale. "Dire che il Paese è aperto agli affari è facile. Ma quello che conta è attenersi a questo quando un'impresa straniera bussa alla porta dell'Italia".

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