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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2013 alle ore 06:48.

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LUSSEMBURGO. Dal nostro inviato
I ministri delle Finanze della zona euro hanno dibattuto ieri dei modi in cui consentire la ricapitalizzazione delle banche in crisi dopo l'analisi dei bilanci bancari che la Banca centrale europea effettuerà a breve. La discussione in Lussemburgo ha mostrato perduranti differenze, proprio mentre da Irlanda e Spagna giungono segnali rassicuranti sulla possibilità che i due Paesi riescano entro fine anno a uscire dai programmi europei di sostegno finanziario.
«C'è un ampio consenso - ha detto ieri il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem - su come deve avvenire la ricapitalizzazione di una banca in difficoltà. Prima bisogna usare il denaro privato, poi il denaro pubblico a livello nazionale in linea con le regole europee sugli aiuti di Stato. Se necessario il meccanismo europeo di stabilità (Esm) potrà essere utilizzato per forme di ricapitalizzazioni indirette». Rimane ancora incerta l'idea di ricapitalizzazioni dirette, richieste da molti Paesi.
La Banca centrale europea, che assumerà entro un anno la vigilanza bancaria a livello continentale, ha chiesto più volte che siano previsti paracaduti finanziari nel caso alcuni istituti di credito abbiano bisogno di essere ricapitalizzati dopo la precisa analisi dei bilanci bancari prevista dalla Bce nei prossimi mesi. Il tema all'ordine del giorno è se il denaro delle ricapitalizzazioni debba provenire dai singoli Paesi o da istituzioni europee.
Al di là delle dichiarazioni di Dijsselbloem, sostenuto dal commissario agli Affari economici Olli Rehn, ieri alcuni ministri hanno messo l'accento sulla necessità di spezzare il legame tra bilanci sovrani e bilanci bancari. «È la nostra priorità», ha detto il ministro irlandese per gli Affari europei Paschal Donohoe. Il metodo illustrato da Dijsselbloem non pare raggiungere questo obiettivo, poiché i soldi dell'Esm verrebbero prestati ai governi, non alle banche, come in una ricapitalizzazione diretta.
In una conferenza stampa il presidente dell'Eurogruppo ha ricordato che la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell'Esm è prevista anche prima del trasferimento della vigilanza alla Bce ma solo in «circostanze eccezionali». Ha aggiunto Dijsselbloem: «Dobbiamo ancora negoziarne gli esatti dettagli». Secondo l'Fmi, le sole banche italiane e spagnole potrebbero avere bisogno di 230 miliardi di euro in denaro fresco nei prossimi due anni.
Proprio ieri Londra ha dato il suo benestare definitivo alla vigilanza unica, dando la possibilità ai governi di approvare il pacchetto in via definitiva. Negli ultimi giorni Londra aveva rumoreggiato contro la riforma, chiedendo nuove assicurazioni che non sarebbe stata marginalizzata nel consiglio dell'Autorità bancaria europea, chiamato a dirimere le controversie riguardanti tutti i Paesi e non solo quelli che hanno accettato di trasferire la sorveglianza creditizia alla Bce.
Infine, a proposito di Irlanda e Spagna, «i due Paesi hanno buone possibilità di terminare rapidamente (entro fine anno, ndr) i programmi di aiuto europeo che hanno goduto – ha detto Rehn –. Ambedue hanno assistito a un recupero significativo della loro economia». Dublino vuole tornare a breve sui mercati, ma è ancora incerta se vorrà chiedere una linea di credito precauzionale dall'Esm. Dal canto suo, la Spagna ha beneficiato di aiuti per le proprie banche.
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