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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2013 alle ore 06:49.

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ROMA
Si comincia il 18 ottobre quando «per la prima volta verrà usata una nave-anfibia, la San Marco» come annuncia il ministro della Difesa, Mario Mauro. Al termine di un vertice a palazzo Chigi scendono in conferenza stampa Mauro, il vicepremier e titolare dell'Interno Angelino Alfano, il capo di stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, e il comandante generale della Guardia Costiera, Felicio Angrisano. Scatta così l'operazione "Mare nostrum": «Per noi è intollerabile che il Mediterraneo sia mare di morte» ha detto il premier Enrico Letta che ha presieduto la riunione a Palazzo Chigi. Navi anfibie, dunque, ma anche droni ed elicotteri con visori notturni. Il San Marco – ma saranno impiegate anche le altre unità di quel tipo, a rotazione – è dotata di capacità ospedaliere, elicotteri e grandi spazi interni per il ricovero dei naufraghi. Gli aerei senza pilota consentiranno di avere la massima sorveglianza nel tratto di mare interessato dalle rotte dei migranti. Con "Mare nostrum", ha sottolineato Mauro, «incrementeremo il livello sicurezza delle vite umane e il controllo dei flussi migratori». Alfano si è detto convinto che l'operazione «avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa di fare impunemente traffico di esseri umani». L'azione di pattugliamento «darà la possibilità di intercettare i mercanti di morte» e l'intervento delle procure «già in due circostanze ha portato al sequestro delle navi e all'arresto dell'equipaggio».
Tra gli altri mezzi impiegati, due unità del tipo fregata, classe Maestrale, ciascuna con un elicottero imbarcato; due unità navali tipo pattugliatore (classe Comandanti/Costellazioni) con la possibilità di imbarcare un elicottero ciascuna; due elicotteri tipo EH101 della Marina, imbarcati sul San Marco o impiegabili da Lampedusa; un velivolo tipo P180, dotato di strumenti ottici a infrarossi e radar di ricerca di superficie. E ancora: un'unità navale per il supporto logistico; un Atlantique dell'Aeronautica militare, con base a Sigonella; un velivolo tipo Predator (drone) impiegato per la sorveglianza marittima. E la rete radar costiera e stazioni dell'Ais-automatic identification system della Marina Militare. Proprio a questo proposito l'ammiraglio Binelli Mantelli ha sottolineato: «Incrementeremo al massimo la cooperazione informativa con tutte le altre amministrazioni dello Stato perché il flusso migratorio cambia secondo le situazioni dobbiamo avere il massimo delle informazione». Accanto all'operazione targata Italia ci sarà il potenziamento di Frontex, con altri mezzi da impiegare nella vigilanza del Mediterraneo. Si guarda con maggiore fiducia al Consiglio europeo dei capi di Governo del prossimo 24 ottobre. «Noi – ha sottolineato Letta – siamo di fronte a un cambio epocale dell'immigrazione e questo impone un cambio radicale di normativa e di approccio a livello europeo e nazionale». Ma, ha aggiunto, «dobbiamo agire subito e per questo il governo ha deciso la missione umanitaria».
M. Lud.
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GLI OBIETTIVI
Al via il 18 ottobre
Scatta venerdì l'operazione "Mare nostrum". Previsto l'impiego di navi, elicotteri e aerei, anche senza pilota, e radar. L'obiettivo è rafforzare il sistema di sorveglianza dei flussi migratori
Effetto deterrente
Per il vicepremier Alfano l'operazione «avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa di fare impunemente traffico di esseri umani». Previsto anche il potenziamento di Frontex

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