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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2013 alle ore 19:33.

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Via libera dell'aula della Camera all'emendamento dei relatori, frutto dell'intesa raggiunta la scorsa settimana tra le forze politiche di maggioranza, sul tetto alle erogazioni liberali dei privati ai partiti. I sì sono giunti da Pd, Pdl e Scelta civica. Sel si é astenuta, mentre il M5s ha votato contro dicendo che la norma metterà i partiti nelle mani «delle lobby dei gruppi industriali». Il limite sarà a scalare in maniera graduale per i prossimi 3 anni: la percentuale in base alla capacità di raccolta dei bilanci dei partiti sarà nel 2014 del 15%, nel 2015 del 10%, nel 2016 del 5 per cento. Dal 2017 il limite alle donazioni diventa a regime e sarà di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per le persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni). I tetti saranno applicati anche alle fideiussioni o altre tipologie di garanzie reali o personali concesse in favore di partiti politici. Per le donazioni private ai partiti fatte tramite testamento dopo la dipartita del 'benefattore' (ossia i lasciti mortis causa), il tetto dei 300 mila euro non vale.

Criteri e modalità saranno definiti in un decreto
«Non siamo totalmente convinti» del tetto, ha commentato Mariastella Gelmini «e siamo stati accusati di non volerlo perché avrebbe impedito i finanziamenti dal nostro leader Silvio Berlusconi, ma se la norma serve a far ottenere risparmi» alle casse dello Stato «non faremo mancare il nostro contributo costruttivo per l'intesa». Un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da emanarsi entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, previo parere delle competenti commissioni parlamentari, definirà criteri e modalità ai fini dell'applicazione« del tetto «ai gruppi di società e alle società controllate e collegate». Il limite dei 200 mila euro «non si applica in ogni caso in relazione ai trasferimenti di denaro o di natura patrimoniale effettuati tra partiti politici»: quindi non nel caso di un partito che travasi i suoi beni in una nuova formazione politica.

Multe salate per lo sforamento dei tetti
Previste anche multe salate e lo stop al finanziamento in caso di sforamento dei tetti. Le forze politiche che ricevono donazioni, da privati o società, superiori ai tetti di 300 mila e 200 mila euro, riceveranno una sanzione amministrativa pari al doppio delle erogazioni corrisposte o ricevute in eccedenza rispetto al valore del limite previsto. Il partito che non pagherà la multa sarà escluso dai finanziamenti tramite il due per mille per un periodo di tre anni dalla data di irrogazione della sanzione.

Chi può beneficiare dei contributi
Viene anche precisato quali forze politiche possono beneficiare dei contributi dei privati o da persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni). A decorrere dal 2014 le forze politiche iscritte nel registro dei partiti istituito con la nuova legge sono ammesse al finanziamento privato in regime fiscale agevolato qualora abbiano conseguito nell'ultima consultazione elettorale almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo, anche ove integrato con il nome di un candidato, alle elezioni per Camera, Senato, Parlamento europeo, Regionali, o abbiano presentato nella medesima consultazione elettorale candidati in almeno tre circoscrizioni per le elezioni per il rinnovo della camera dei deputati o in almeno tre regioni per il rinnovo del Senato della Repubblica, o in un consiglio regionale o delle province autonome, o in almeno una circoscrizione per l'elezione dei membri del parlamento europeo spettanti all'Italia. Alla ripartizione annuale del 2 per mille potranno accedere i partiti che abbiano conseguito nell'ultima consultazione elettorale almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il rinnovo del Senato, della Camera o dell'Europarlamento. Possono altresì essere ammessi ai finanziamenti dai privati anche i partiti e i movimenti politici cui dichiari di fare riferimento un gruppo parlamentare regolarmente costituito in entrambe le camere; e i partiti che abbiano depositato congiuntamente il contrassegno di lista e partecipato in forma aggregata ad una competizione elettorale mediante la presentazione di una lista comune di candidati in occasione delle elezioni.

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