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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2013 alle ore 12:29.

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«Accrescere l'inclusione sociale di persone diversamente abili, creando nuovi legami fra loro e la cittadinanza, attraverso la valorizzazione della loro stessa capacità di offrire un valore aggiunto alla realtà sociale di cui fanno parte e trasformando i bisogni in risorse per tutti». In questo obiettivo di fondo contenuto nel documento di presentazione sta il senso del progetto "La rete del f@re diversamente", coordinato da Antonino Lattuca, dottore in psicologia sociale.

Da una parte la disabilità, dall'altra la necessità di fare rete, di oltrepassare gli steccati che possono separare non solo le persone diversamente abili (e le loro famiglie) dal mondo circostante, ma anche le associazioni le une dalle altre e addirittura possono tenere distanti tra loro varie tipologie di realtà, Servizi pubblici compresi. Quando ci sarebbe tutto da guadagnare a far circolare idee e informazioni, coinvolgendo il più possibile i diretti interessati, vale a dire - appunto - i diversamente abili.
L'iniziativa è partita un anno fa nel Rhodense, vale a dire nel territorio di Rho, cittadina dell'Alto Milanese, ed è sfociata in un portale, www.farediversamente.it. Per presentare i risultati ottenuti e parlare di prospettive future, si svolgerà sabato a Lainate il convegno "F@re diversamente: uscire dai luoghi comuni sulla disabilità e f@r rete per il bene di tutti", organizzato con il sostegno di Sercop, azienda dei Comuni del Rhodense.

«Sabato - commenta Maria Antonietta Bàlzola, psichiatra dell'unità ospedaliera di Rho e responsabile scientifica del convegno - si conclude un lavoro che ha compreso, tra l'altro, lo svolgimento di una ventina di attività. E gli utenti (cioè le persone diversamente abili che fanno capo ai Servizi, ndr) hanno collaborato passo dopo passo, dalla fase creativa alla realizzazione concreta del portale. Così come sono stati coinvolti gli enti locali e associazioni di vario tipo (non solo quelle che si occupano di disabilità, ma anche realtà sportive e culturali), fino a censire, per adesso, 110 realtà: un numero destinato ad aumentare. Ciascun soggetto è in rete con qualcun altro, ma il portale diventa una rete di reti, creando un intersecarsi di relazioni, di esperienze di collaborazioni che vanno al di là degli schemi attuali e consentendo a ognuno di uscire dal proprio orto».

Il budget, di 25 mila euro, è stato finanziato per la maggior parte da Ciessevi-Bando volontariato e da Fondazione Cariplo. Nella cifra sono comprese anche alcune borse-lavoro che sono andate a retribuire l'attività svolta dai soggetti diversamente abili. Il progetto è stato portato avanti da tre associazioni - Incontrho, Sesamo Onlus e Amici Nazaret - che continueranno a seguirlo e a "stimolarlo", anche ampliandolo.
Ma la cosa più importante è che questa buona pratica, come tante altre, può sicuramente essere replicata. «Lo scopo del convegno - conclude Maria Antonietta Bàlzola - è soprattutto quello di mettere a disposizione il nostro know-how, esportando il progetto e adattandolo alle singole situazioni».

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