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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2013 alle ore 13:57.
L'ultima modifica è del 17 ottobre 2013 alle ore 15:50.

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Entro Natale a Milano verrà aperta una nuova inchiesta su Silvio Berlusconi, i suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo, e una serie di testimoni convocati in aula nei due processi sulle serate ad Arcore. In procura a Milano aspettano di leggere le motivazioni delle condanne di Silvio Berlusconi a 7 anni per concussione e prostituzione minorile, di Emilio Fede e Lele Mora a 7 anni, Nicole Minetti a 5 anni per favoreggiamento della prostituzione per far partire l'indagine Ruby-ter, un atto dovuto, dal momento che in sede di lettura del dispositivo i collegi della quarta e della quinta sezione penale avevano già deciso la trasmissione degli atti ai pm in relazione a diverse false testimonianze.

Il caso olgettine
Era il caso delle "olgettine" su quanto avveniva nella serate di Arcore con le ragazze che percepivano e continuano a incassare 2500 euro al mese provenienti dai conti dell'ex premier. Era ed è il caso del cantautore Apicella, ma anche per esempio della funzionaria di polizia Giorgia Iafrate in riferimento a quanto accadde la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 quando Berlusconi telefonò per evitare che l'allora minorenne Ruby finisse in comunità. Ruby-ter potrebbe essere diviso in tre parti: la corruzione in atti giudiziari contestata a Berlusconi e alle olgettine, le false testimonianze e infine gli avvocati dell'ex premier Niccolò Ghedini e Piero Longo in riferimento a presunte irregolarità nelle indagini difensive.

La tempistica
Le motivazoni del processo Ruby arriveranno entro il 22 novembre, quelle del processo Ruby2 entro il 3 dicembre. Per Berlusconi potrebbe scattare il sequestro dei conti correnti dai quali partivano e partono i pagamenti alle ragazze. Sabato intanto i giudici della terza sezione della corte d'appello dovranno decidere la durata dell'interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi condannato a quattro anni di reclusione nel caso Mediaset per frode fiscale.La seconda sezione di appello l'aveva fissata in 5 anni, confermando il verdetto di primo grado. La Cassazione il primo agosto aveva deciso che l'interdizione doveva essere compresa tra 1 e 3 anni rinviando la quantificazione ai giudici di merito.

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